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I popoli dell’Amazzonia sono i più esposti al Covid

Anche le chiese norvegesi hanno aggiunto la loro voce al coro di preoccupazioni espresse per i popoli dell’Amazzonia mentre il coronavirus si diffonde sempre più. 

Con una lettera inviata all’ambasciata brasiliana la Chiesa protestante di Norvegia e la Chiesa cattolica, hanno espresso congiuntamente la loro profonda solidarietà alle popolazioni indigene e alle chiese sorelle.

«Come chiese norvegesi – si legge – siamo da sempre in stretto contatto con le nostre chiese in Brasile e conosciamo gli sforzi che stanno facendo per servire le loro comunità in questi tempi di crisi e di pandemia. Riteniamo che la diffusione incontrollata del Covid-19 in Amazzonia sia molto preoccupante e temiamo un possibile crollo dei sistemi sanitari».

La lettera firmata dal pastore luterano (già segretario del Consiglio ecumenico delle chiese – Cec) e presidente del Consiglio della chiesa di Norvegia Olav Fykse Tveit e dal vescovo della diocesi cattolica di Oslo Bernt I. Eidsvig è stata inviata lo scorso 12 maggio. 

Già il 4 maggio, però, la Conferenza cattolica dei vescovi del Brasile (Commissione episcopale per l’Amazzonia) aveva rilasciato una dichiarazione in cui affermava, «I test non sono sufficienti per conoscere la reale espansione del virus e molte persone con evidenti sintomi della malattia muoiono in casa e senza assistenza medica. Di fronte a questo scenario di pandemia, spetta alle autorità pubbliche attuare le necessarie strategie d’assistenza per i settori più vulnerabili della popolazione».

I popoli indigeni corrono un grande rischio, si legge ancora, così come gli altri. 

«Oltre ai popoli che abitano le foreste anche le popolazioni indigene ormai urbane e specialmente quelle che vivono nelle periferie sono le più esposte al virus per le loro condizioni di vita degradata e per la mancanza di servizi igienici di base, di alloggi dignitosi, di cibo e di occupazione», si legge nel testo. 

«Migranti, rifugiati, popolazioni indigene, ma anche lavoratori industriali, pendolari, operai, tutti oggi chiedono protezione per la propria salute». 

Inoltre la crescente attività estrattiva dell’oro e la progressiva deforestazione stanno aumentato la vulnerabilità di ogni essere vivente in quell’area del mondo.