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Casa valdese di Vittoria: nuova accoglienza, in emergenza

La Casa Evangelica Valdese di Vittoria accoglie ancora e apre un nuovo servizio.
L’intero Paese fronteggia la pandemia causata dal Covid-19 e i migranti appena approdati in Italia corrono il rischio di rimanere reclusi negli hotspot. Tra questi, anche i soggetti più vulnerabili, quali donne e bambini. Così, in accordo con la Prefettura di Ragusa, in quarantaquattro tra uomini, donne e bambini, in nuclei familiari anche monoparentali, sono stati trasferiti nelle ultime settimane dal grande centro di primo approdo a Pozzallo, e sono stati accolti dalla Diaconia Valdese a Vittoria. 
Nell’estate del 2019 la Casa Valdese di Vittoria aveva partecipato e vinto il bando, pubblicato dalla Prefettura di Ragusa, per la prima accoglienza straordinaria di migranti richiedenti asilo uomini. Il primo bando sul territorio che recepisce le indicazioni imposte dal decreto Sicurezza approvato dal precedente governo. Anche a causa di alcuni lavori di ristrutturazione dello storico edificio dove è organizzata l’accoglienza, l’avvio del servizio era stato posticipato di diversi mesi. 
Nonostante l’iniziale organizzazione dell’accoglienza, che prevedeva l’arrivo di uomini singoli, l’équipe del servizio si è subito prodigata per trovare soluzioni alternative, utili all’ospitalità di chi, in difficoltà, non poteva più rimanere in hotspot e doveva necessariamente essere trasferito in un contesto maggiormente tutelante.

Così, il 19 marzo, con i primi ingressi e l’apposizione delle firme alla Convenzione è iniziato il nuovo servizio di accoglienza. 
Nella stessa struttura è organizzato, per altro, un ulteriore servizio di inclusione sociale e territoriale, su disposizione del Ministero dell’Interno e in accordo con il comune di Vittoria. Il progetto è rivolto a migranti con disabilità fisica e motoria e quadri clinici complessi, richiedenti asilo o titolari di Protezione internazionale. È parte della rete nazionale del Siproimi e, con ventitré posti d’accoglienza, è uno dei più grandi centri della stessa. 
Tra gli accolti, in pochi giorni, il numero è perfino cresciuto di un’unità. Una delle beneficiarie del progetto di prima accoglienza, non ancora maggiorenne, ha affrontato la traversata del mar Mediterraneo in avanzato stato di gravidanza. Appena arrivata, l’equipe del servizio ha supportato la giovane nelle visite mediche e nella preparazione al parto. Grande è stata la solidarietà della comunità che, apprendendo del nuovo arrivo, ha donato tutti i beni necessari al nascituro. Dopo una prima settimana trascorsa in termo-culla, a causa di un parto anticipato rispetto alle previsioni, anche il piccolo, che gode di buona salute, è tra le braccia della madre ed è ospitato alla Casa Valdese.  
In un così complesso contesto generale, con rigide norme di distanziamento sociale e di chiusura da e verso l’esterno da rispettare, la vita comunitaria è piena di paure e difficoltà. Ma è affrontata quotidianamente, con la consapevolezza che accogliere chi è più fragile – mentre c’è chi chiude le porte e i porti – è ancor più necessario, per continuare a sperare che domani andrà tutto bene.

Fonte: Diaconia valdese