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Prestare ascolto a Dio

Hanno rifiutato di ubbidire, e non si sono ricordati delle meraviglie da te fatte in loro favore; e hanno irrigidito i loro colli e, nella loro ribellione, si sono voluti dare un capo per tornare alla loro schiavitù. Tu sei un Dio pronto a perdonare, misericordioso, pieno di compassione, lento all’ira e di gran bontà, e non li hai abbandonati
Neemia 9, 17

Se lo rinnegheremo anch’egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso
II Timoteo 2, 13

Il verbo obbedire è un verbo che in genere non mi piace. Non sono capace di obbedire ciecamente ad un ordine, non sarei capace di lavorare nell’esercito o in un luogo dove mi si chiede di obbedire senza capire. Per me non è una virtù l’obbedienza, ma è un modo per togliere la responsabilità e di ottenere le cose con la forza. Chi dice: ho obbedito ad un ordine, è una persona che si nasconde dietro ad un’altra, come se avesse perso la capacità di usare la propria testa.

Sono andata però, a cercare l’etimologia della parola e ho visto che significa ascoltare chi sta davanti, prestare ascolto. Ecco che la parola obbedienza mi è parsa più rispondente anche al mio sentire. 

Obbedire a Dio, rimanere fedeli ai suoi insegnamenti, penso sia la cosa più difficile, perché bisogna essere capaci di capire i bisogni degli altri oltre che i nostri e a volte rinunciare a qualcosa a cui teniamo per condividerla con qualcuno. Non si tratta solo di cose materiali, ma di vivere con un’attenzione verso il prossimo che è la stessa che desideriamo per noi. Vuol dire saper andare incontro alle esigenze della persona che abbiamo vicino anche annullando noi stessi. Non siamo ancora arrivati a farlo. Forse nel mondo qualcuno riesce, ma spesso, solo per un figlio, una persona molto amata. Ciò che ci viene chiesto è di farlo per ognuno, anche il nostro nemico. Sicuramente in questo siamo infedeli, ma il Signore ci rassicura, egli è misericordioso e sa donarci il vero amore. L’amore incondizionato, un amore che non si ferma di fronte alle nostre fragilità e alle nostre incapacità.