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Niente per niente. Oltre il Primo Maggio

Chiuso in casa, stanco e depresso mi distraggo con la tv e Internet. Grazie alla connessione e alla carta di credito, mi regalo qualche pranzo a domicilio e, per consolarmi, un nuovo aspirapolvere superpotente, senza quel filo che in quello vecchio, ancora funzionante, non si arrotolava più. La banca addebiterà tutto il mese prossimo, comodo! Non sono sicurissimo di avere abbastanza credito ma ne avevo voglia, l’ho comprato e basta! Fare acquisti senza essere sicuri di poter pagare è sempre stato un errore, oggi può essere gravissimo. Sembra inspiegabile, ma in piena crisi pandemica gli acquisti di beni non di prima necessità sono aumentati a dismisura quasi a voler esorcizzare le incertezze sul futuro. L’abitudine di gestire gli acquisti in base al denaro disponibile si è persa da tempo, come da tempo la pubblicità e lo stile di vita che “mi si addice” condizionano, condizionano troppo. Disporre di cose e di beni è un diritto, ma devo imparare a distinguere quali cose e quali beni sono utili e soprattutto, se me li posso permettere.

Già nel 2008 avevamo avuto un periodo difficile e dopo poco più di un decennio, quando stavamo rivedendo un po’ di luce, tutto è ricambiato e nel tempo ristrettissimo di qualche settimana. Piangiamo le migliaia di morti, impreviste e improvvise. Milioni di lavoratori sono in cassa integrazione. Milioni di famiglie stanno erodendo i risparmi e la crisi, lo scoraggiamento e la rabbia attanagliano. 

Chi ci governa cerca di porre rimedio a questa impensabile situazione, ma la correttezza e la rapidità delle soluzioni non sempre hanno validi risultati. Non è facile per nessuno, per chi ha meno, però, la sofferenza è fortissima. Chi ha bisogno, e sono tanti, tantissimi, cerca il denaro con soluzioni rapide, una “liquidità” immediata. L’offerta delle soluzioni illegali è quanto mai rapida e in apparenza protettiva. La famiglia e soprattutto il piccolo/medio imprenditore trova le cifre necessarie per superare il momento e guardare a domani. In realtà il dopodomani sarà peggiore del presente e del domani, anche se oggi può non sembrare. 

Niente per niente. L’incubo incomincerà presto, prestissimo, quando iniziano a chiedere interessi che assomigliano alle rate del debito, ma sono solo gli interessi. I cravattari, gli strozzini, gli usurai, quasi sempre organizzati dalle mafie, non sono interessati solo ai soldi, aspirano piuttosto alla casa, al negozio, all’attività che alla fine riusciranno a controllare. No, no, no a chi, da vero aguzzino, approfitta del debole. Di chi per scelta sbagliata, per disavventura o per pandemia, si trova in difficoltà, gravissima difficoltà. 

L’atteggiamento della società tutta, di chi ci governa in primis, di tutte le istituzioni, di noi cittadini non tutti in difficoltà economica, dovrebbe assomigliare all’atteggiamento, raccontato negli evangeli, del padre che accoglie il figlio che ritorna. Un figlio che per motivi più grandi di lui, giusti o ingiusti, diretti o indiretti, voluti o subiti, ha visto il buio dell’angoscia e della solitudine. Meraviglia della comprensione e della grazia, ancora prima di ascoltare le ragioni del ritorno, il padre ha già iniziato l’incondizionata accoglienza. Se hai bisogno, vieni, conta su di me, sempre senza condizioni. Questo mi aspetto da chi soccorre. Nel racconto, estremamente realistico, c’è anche chi cova risentimento, rabbia, frustrazione perché non gli manca nulla ma si sente incompreso, respinto, trascurato e disprezzato da tutti. Più si lamenta più si sente arrabbiato e rifiutato. Ricerca la colpa ancora prima di trovare la soluzione. 

Ognuno può fare la sua parte imitando l’accoglienza del padre. Non solo facendo la “fila per uno“ come in molte parti d’Italia non si vedeva da tempo, non solo con gli applausi a chi con coraggio e dedizione, con il proprio lavoro, è diventato fondamentale per tutti. Ora è il momento della solidarietà, della fratellanza, di ritrovare quel senso civico che come popolo sappiamo di avere. Di fare onestamente e seriamente il proprio lavoro, nel rispetto delle regole e dei doveri. Chiedendo solo se e veramente nella necessità. Tutti, ognuno nel suo piccolo, siamo utili all’altro, siamo fratelli veri, non gelosi o rancorosi. Ora, chi vuole approfittare deve essere emarginato, smascherato, denunciato senza paura. 

Nella nostra società, con un’economia globale, possiamo iniziare a maturare una cultura globale, una visione coerente dell’interesse globale. Moltissime istituzioni, organizzazioni, molti privati, si stanno muovendo per aiutare e accogliere quel figlio che ritorna con la serietà e la compassione del padre.

Chiuso in casa, stanco, forse un po’ meno depresso per la luce che piano piano inizio a vedere, non posso più pensare di spendere senza essere consapevole delle mie possibilità, della nuova situazione nella quale mi trovo insieme a milioni di cittadini che hanno dovuto modificare le proprie aspettative, con coraggio, sobrietà e serietà. Oggi ancora più di ieri, abbiamo bisogno di umanità, fratellanza, rispetto, legalità.