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Servire il Signore con zelo

Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze
Ecclesiaste 9, 10

Quanto allo zelo, non siate pigri, siate ferventi nello spirito, servite il Signore 
Romani 12, 11

Sin dalle sue prime battute, la Bibbia ci presenta un Dio intento al lavoro, un lavoro che lo impegna tutti i giorni fino allo shabbat, il giorno del riposo. Ora visto che “c’è un tempo per ogni cosa” (cfr. Ec. 3, 1), possiamo cominciare a cogliere l’invito che oggi ci viene dalle Scritture: il Signore va servito con solerzia, di buon animo, senza indolenza.

Madame Cécile Fée, letterata francese del XIX secolo, nota per le qualità del cuore come per quelle dello spirito, scrisse: «L’indolenza è il nemico più temibile di ogni merito, di ogni fortuna, di ogni felicità». 

In pratica, l’indolenza ci preclude la strada per affermarci nella vita, sia a livello pratico, che a livello spirituale. L’autore della I Pietro, ebbe a scrivere: «pascete il gregge di Dio che è tra di voi, sorvegliandolo, non per obbligo, ma volenterosamente secondo Dio; non per vile guadagno, ma di buon animo» (1 Pietro 5, 2).

La pigrizia, dunque, non può far parte del bagaglio di chi crede, in quanto a chi crede è richiesto un servizio a Dio e agli uomini da realizzare volenterosamente e con sollecitudine.

Talvolta, la pigrizia può spingere a mentire, come nella parabola dei due fratelli (Matteo 21, 28-31), come potremo, dunque, dire di essere dalla parte della verità se ricorriamo alla bugia?

Diamoci dunque da fare alacremente nel campo del Signore, affinché anche per noi prendano corpo le parole del Vangelo: Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà così occupato! (Mt 24, 46) e, come ci esorta Luca: «Così, anche voi, quando avrete fatto tutto ciò che vi è comandato, dite: “Noi siamo servi inutili; abbiamo fatto quello che eravamo in obbligo di fare”» (Lc 17, 10).

D’altronde, come recita l’adagio: «Chi semina vento, raccoglie tempesta».