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Mai così tanti rifugiati nella storia dell’umanità

Lo spostamento, l’esodo, la fuga di milioni di persone causato dalla fame, dalle difficoltà e dalle ostilità è insito nella memoria della storia dell’umanità. Così come lo è sempre stata la presenza di sfollati nel mondo.

«Oggi però, e siamo nel Ventunesimo secolo, sorprende vedere un numero così alto di rifugiati e di richiedenti asilo, talmente alto che non ha mai avuto eguali nella storia dell’umanità», lo afferma l’Esercito della Salvezza (Eds) attraverso la sua Commissione giustizia sociale internazionale.

Le politiche internazionali, infatti, prosegue l’Eds «sono ormai sottoposte a pressioni insostenibili e anche la risposta compassionevole cristiana sembra ormai essere sopraffatta dall’entità dei bisogni». 

I dati raccolti in tema di migrazioni, prosegue l’Eds, confermano che la presenza di rifugiati e di richiedenti asilo sarà in aumento nel mondo nel prossimo futuro e dunque sarà solo «il modo con il quale saremo capaci di rispondere a questa nuova sfida e alle future crisi che farà la differenza e sarà determinante. Fondamentale per saper indirizzare le nostre opinioni e le nostre azioni».

La Convenzione sui rifugiati del 1951 delinea chiaramente gli obblighi legali degli Stati nazionali, ricorda ancora l’Eds: «Ossia, proteggere i rifugiati con il principio di non-refoulement (il principio di non respingimento fondamentale del diritto internazionale, ndr), che afferma che un rifugiato non dovrebbe mai essere riconsegnato in un Paese in cui potrebbe essere costretto ad affrontare gravi minacce per la propria vita e la propria libertà».

Comprendere il concetto di straniero – afferma l’Eds – «è fondamentale per la propria autocoscienza: il bambino Gesù iniziò la sua vita da rifugiato fuggendo alle brutalità di un despota». 

La delocalizzazione dovuta alla fame «ricorda la storia di Abramo e della sua famiglia, il loro sodo per evitare la carestia».

Resilienza, intraprendenza, adattamento, «sono ancora oggi caratteristiche che accompagnano lo status di rifugiato». 

L’unica risposta possibile è dunque offrire «guarigione è l’ospitalità».

Il popolo di Dio «è stato ripetutamente esortato ad accogliere e a servire lo straniero – conclude l’Eds –, l’ospitalità inizia con la guarigione dall’agonia, dallo smarrimento del rifugiato; azioni che portano prima di tutto alla guarigione del benefattore: “è più benedetto dare, che ricevere”».