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25 Aprile. Si accenda il lume dell’antifascismo

Intervista a Andrea Liparoto, componente della Segreteria Nazionale dell’Anpi con delega alla comunicazione e alla stampa.

Oggi, 25 Aprile, l’Anpi chiede a tutte e tutti di cantare #bellaciaoinognicasa. Articolo 21 e la Fnsi di raggiungere quella data con una maratona per la libertà d’espressione e senza bavagli. Un 25 aprile diverso?

«Un 25 aprile evidentemente e obbligatoriamente diverso. Non si può scendere fisicamente in piazza, e dunque festeggiare in modo naturale, ma questo terribile virus non ha intaccato la salute democratica e antifascista del Paese. C’è in giro un enorme entusiasmo creativo e siamo certi che la Festa della Liberazione, dunque il ricordo delle partigiane e dei partigiani che si sono battuti contro la criminalità nazifascista regalandoci diritti civili, diritti sociali, la libertà d’informazione come opportunamente sottolinei, avrà tutta l’evidenza e il bel “rumore” che merita. Ovviamente con un pensiero commosso e profondamente addolorato per le migliaia di vittime di questo dannato virus».

Anpi ha recentemente ricordato che l’Italia, oggi più che mai, ha bisogno di un orizzonte di un liberazione. Perché?

«L’Italia, ma non solo, ha bisogno di tenere sempre acceso il lume dell’antifascismo.  Un valore decisivo che si incarna nel presidio e nella cura della convivenza civile, dell’accoglienza, della democrazia, della memoria. Nessuno può permettersi di svicolare dalla responsabilità di essere vigilanti. Di denunciare anche il minimo accenno di tentazioni e tentativi autoritari. La libertà diceva giustamente qualcuno non è per sempre».

A proposito di democrazia. Temete che possano esserci delle ripercussioni per via delle restrizioni imposte per la quarantena?

«Personalmente non vedo rischi in questo senso. Mi pare che il Governo stia agendo nell’ambito dei limiti imposti dalla Costituzione».

Questo maledetto virus sta togliendo la vita a molte persone che hanno difeso la nostra democrazia, le nostre libertà; a tanti partigiani che hanno fatto la Resistenza. Cosa accadrà alla nostra memoria collettiva dopo la scomparsa dei testimoni diretti?

«È vero. Non poche partigiane e partigiani ci stanno lasciando per via del virus. E credimi ogni volta che ci giunge la notizia è un colpo atroce. Sono le nostre madri e i nostri padri. Ci hanno accompagnato per anni sulla strada di un impegno avvolgente, meravigliosamente avvolgente. Ci hanno dettato lo stile caldo del vivere civile, del perseguire, con costanza, l’unico e brillante orizzonte possibile: la democrazia. Che dà felicità, dunque la possibilità di stare in un mondo senza prevaricazioni, autoritarismi, populismi. Sì hai ragione, la nostra memoria collettiva ne verrà colpita e siamo purtroppo da tempo abituati ad un destino di perdita. Come Anpi siamo impegnati ogni giorno a custodire attivamente la memoria dei combattenti per la libertà. Non sto qui ad elencarti tutto il lavoro fatto non solo a livello nazionale ma anche provinciale e di Sezione. Ti cito solo l’ultimo progetto che abbiamo promosso in collaborazione con Gad Lerner e Laura Gnocchi e col contributo prezioso dello Spi-Cgil: un archivio multimediale delle testimonianze degli ultimi partigiani viventi. Sono state già realizzate centinaia di interviste», un’operazione raccolta anche in un libro Noi partigiani e che esce proprio in occasione del 75° anniversario della Liberazione per Feltrinelli (pp. 330, euro19) con la prefazione della presidente dell’Anpi, Carla Nespolo.

«Esquiarzee» in lingua Occitana è la schiarita dopo un temporale. Una rinascita dopo il buio e le precipitazioni. Il 25 aprile di quest’anno potrebbe esserlo?

«Lo sarà. Il 25 aprile unisce. Il 25 aprile è una radice fondamentale della democrazia. E della rinascita democratica. Se ne facciano una ragione i soliti noti del nostalgismo fascista che oggi inventano modalità a dir poco strumentali di celebrazione della Festa della Liberazione».

Intanto prosegue anche la maratona social di Articolo 21 e della Fnsi (che per primi hanno aderito alla vostra iniziativa) per contrastare le fake news e ricordare che la nostra Costituzione è antifascista e antirazzista.

«Ringraziamo di cuore l’impegno tenace di Articolo 21 e della FNSI nel fare verità, nello smascherare operazioni beceramente revisionistiche. La Costituzione italiana è interamente antifascista e antirazzista, a volerla leggerla con onestà. È un dettato di diritti limpidissimo».