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Covid-19: come si prepara il Bangladesh

Il Covid 19 colpisce ovunque. Ma è chiaro che più il tessuto sociale e sanitario è debole, più i rischi, almeno in teoria, aumentano.

La pinerolese Laura Melano ed il marito Enzo Falcone, dagli anni ’80 operano nell’ambito della Comunità Rishilpi in Bangladesh; da Pinerolo e dalle valli sono più volte partiti altri volontari per quella terra, periodicamente si raccolgono fondi a sostegno di quel progetto che tra i suoi scopi ha il riscatto degli ultimi, l’istruzione dei bambini. 

Abbiamo sentito i due responsabili del progetto: «Fino a mercoledì 25 marzo scorso, al villaggio Rishilpi i lavoratori dell’artigianato hanno lavorato a pieno ritmo per affrontare questi giorni di emergenza. Con i tessuti delle divise scolastiche che avevamo per i bambini, abbiamo cucito le molte mascherine per tutto il personale Rishilpi e per le rispettive famiglie (più di 2.500 persone) e per tutti i beneficiari (specialmente persone disabili, lavoratori alla giornata, bambini e persone in difficoltà).

Lo staff medico ha anche tenuto diverse riunioni nelle varie sezioni delle nostre attività per accertarsi che tutte le mamme dei bambini, tutte le persone e tutte le famiglie comprese quelle del nostro staff, avessero capito la gravità della situazione e conoscessero bene le regole da rispettare».

Il 26 marzo era la Festa Nazionale dell’Indipendenza; e da allora tutto il Bangladesh è in quarantena cautelativa. Ovviamente tutti i progetti e tutte le attività, in questo periodo di quarantena saranno sospese.

«Man mano che i giorni passano – ci ha scritto Laura Melano – hanno tutti una gran paura perché sanno che non hanno nulla per difendersi da questo virus mortale. La crisi economica che ci aspetta è grande: la gente non lavora e il guadagno giornaliero che serviva loro per almeno un pasto per moltissima gente non c’è. 

In Bangladesh solo gli insegnanti statali sono pagati mensilmente. Sappiamo per vie informali che molte persone sono già contagiate dal virus ma il governo tace per non allarmare; e poi, dove sono gli ospedali attrezzati? Per cui è meglio che non si sappia ciò che succede nel Paese. Intanto hanno prolungato ancora la chiusura di tutto fino al 14 aprile e poi si vedrà. Qui al Centro stiamo bene come pure i nostri bambini e ragazzi disabili e le famiglie ospiti. Cerchiamo di tenere al massimo l’igiene con disinfettanti fatti da noi con il cloro e poi chiusi dentro in quest’isola che dava lavoro a più di 5000 donne scuole nei villaggi 40 centri di fisioterapia qui alla Rishilpi e 6 in altri paesi dove ci sono molti bambini disabili adesso tutto fermo, fino a quando? Il bel sole caldo sembrerebbe l’unica possibilità che il virus non dilaghi troppo».

L’ultimo pensiero va a domenica scorsa, la Domenica delle Palme; la celebrazione non è stata possibile per evitare l’assembramento e contatti con le persone.

«Nel campus della Rishilpi abbiamo commemorato questo evento come in famiglia, con i cristiani presenti, pregando e alzando le palme.

Poi con in bambini disabili e i ragazzi dell’ostello secondo la preghiera musulmana e Hindu abbiamo ricordato tutte quelle persone che lottano ogni giorno negli ospedali per salvare vite umane, e per tutti coloro che ci hanno lasciato, per i loro cari e ancora per chi sta combattendo la sua battaglia per la vita».