betania_andratuttobene_chirurgia-696x597

All’Ospedale Betania si aspetta il picco dei Covid-19

«Siamo in attesa del picco e vediamo di giorno in giorno aumentare il numero dei contagiati da Covid-19. Nella regione Campania, nell’ultima settimana, abbiamo avuto un raddoppio dei contagiati, circa 2300 stamattina, e il picco dovrebbe arrivare a 3000. Oltre ai noti problemi endogeni la Campania ha dovuto sopportare anche il rientro di molte persone che potrebbe alimentare nuovi focolai. E’ vero che la regione è stata dura e ha chiesto a tutti di fare l’autoisolamento, ma io ho qualche perplessità» ha detto all’Agenzia Nev il dottor Luciano Cirica, Direttore Generale dell’Ospedale Evangelico Betania di Napoli.

Proprio per questo la struttura ha adottato una serie di procedure, «come previsto dalle Linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità», per fronteggiare l’emergenza.

«Sono state allestite aree differenziate di accesso all’Ospedale – ha riferito Cirica -. Un percorso di pre-triage per fare da filtro all’accesso al Pronto Soccorso in cui vengono esaminati i pazienti che presentano sintomi da Covid-19 o hanno avuto contatti con pazienti positivi: questi vengono ospitati in una struttura di isolamento attigua al Pronto Soccorso che ha 5 posti in isolamento, fino alla risposta del tampone. I pazienti positivi vengono poi inviati all’Ospedale  Cotugno per Infettivi. Un altro filtro è posto nell’area di accesso normale per i pazienti che devono essere ricoverati in ospedale, non attraverso il Pronto soccorso, per prestazioni indifferibili, ad esempio le partorienti o i pazienti oncologici».

Contemporaneamente l’Ospedale ha dovuto riorganizzare i reparti, chiudendo le prestazioni non urgenti e gli ambulatori, nonché dando la disponibilità dei propri posti in terapia intensiva per accogliere pazienti da altre strutture che hanno bisogno di spazio nelle terapie intensive per i pazienti Covid-19: «Abbiamo 3 posti in terapia intensiva adulti, 4 posti in terapia intensiva cardiologica e 10 posti in terapia intensiva neonatale”, ha proseguito Cirica che ha anche aggiunto che il Betania “ha preso l’impegno con la Regione a trasformare, se necessario, alcune stanze di degenza in stanze di sub intensiva».

Altra partita è quella legata direttamente al coronavirus: «ci siamo resi disponibili ad ospitare pazienti Covid che sono nella fase di guarigione ma ancora in quarantena e i cosiddetti pazienti Covid-19 paucisintomatici, che presentano cioè sintomatologia lieve».

Cirica riporta anche un problema relativo ai tamponi: «Per l’esame dei tamponi dobbiamo ricorrere ai laboratori autorizzati dalla regione e fino alla scorsa settimana le risposte arrivavano in 3-4 ore. Adesso aspettiamo anche 5 giorni. Questo crea una gestione molto difficile dell’intera filiera della struttura perché da un lato blocca i posti letto in isolamento e dall’altro blocca l’accesso a cure tempestive dato che non possiamo somministrare antivirali fino alla certezza della positività».

Lo stesso problema ricade sul personale sanitario. L’Ospedale evangelico vorrebbe “tamponare” tutto il suo personale per poter salvaguardare la salute di tutti ma «non si stanno facendo tamponi agli asintomatici. In queste ore la Regione Campania sta mettendo a disposizione dei kit a risposta rapida, ma nel caso ci fosse un ritardo, siamo disposti a comprarli noi come ospedale, per attivare uno screening completo sul nostro personale per mettere in sicurezza l’intera struttura».

Anche i dispositivi di protezione individuale, soprattutto mascherine e camici, stanno cominciando a diventare un problema: «al momento siamo tranquilli ma dobbiamo necessariamente ragionare sui tempi lunghi. Le dotazioni iniziano a scarseggiare e lievitano i costi a causa della speculazione che si sta facendo su questi dispositivi. Le mascherine fp2 e fp3 costano 9-10 euro al pezzo. Noi abbiamo circa 500 dipendenti che lavorano su 3 tre turni, il materiale che utilizziamo ogni giorno è tantissimo». Per questo motivo il Betania ha deciso di attivare un crowfounding “Aiutiamo l’Ospedale Evangelico Betania” e  anche donazioni dirette  che aiutino  a sostenere i costi dell’emergenza e del post emergenza.

Cirica infatti è molto preoccupato per il futuro: «Oltre ai costi diretti legati alla gestione dell’emergenza Covid-19 ci sono i costi indiretti legati alla mancata attività dovuta al coronavirus. Abbiamo dovuto bloccare gli accessi di elezione e le attività ambulatoriali quindi siamo in forte perdita. Prima di marzo avevamo 150 accessi giornalieri al Pronto Soccorso, oggi siamo intorno ai 20; dei nostri 158 posti letto sono oggi ne sono occupati solo 60. Questo comporta anche grandi problemi di riorganizzazione del personale nei reparti. Speriamo che a breve si possa sottoscrivere un accordo con la  regione che ci riconosca le perdite che abbiamo avuto e quindi garantisca il budget concordato, a prescindere dalla mancata produzione attuale. In questo momento ci sono vicini i sindacati, e percepisco una comunanza di intenti con le parti sociali. La stessa solidarietà e impegno viene anche dal nostro personale che è in prima linea in una battaglia insidiosa e difficile e che ringrazio per la competenza e l’abnegazione», ha concluso.