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#maipiurazzismo

Cinesi presi di mira e insultati per le strade italiane; malati di Covid tacciati di essere untori e allontanati dai vicini di casa; migranti fermati alle frontiere perché «portatori di malattie e di povertà»; cittadini costretti ad andare a lavorare per garantire la possibilità a tutti noi di poter fare la spesa e ottenere medicine insultati dai «pacifici, musicali e colorati balconi» delle case italiane, perché siamo tutti «sceriffi della legalità». 

Intolleranza e violenza non si arrestano, anzi dilagano, e in tante forme, ma possono essere definiti con un’unica parola: razzismo. 

Come ogni anno in questo periodo era previsto un ampio calendario di iniziative da realizzare nella «Settimana d’azione contro il razzismo», che si tiene solitamente intorno al 20 marzo. 

Molte iniziative, dunque, avrebbero coinvolto le associazioni presenti sul territorio nazionale, con il supporto dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) e disseminando eventi culturali, sportivi e di sensibilizzazione, coinvolto migliaia di cittadini. 

Purtroppo non è stato così per l’emergenza Coronavirus.

«Il momento emergenziale che stiamo vivendo ci ha impedito la realizzazione di questi eventi, come ad esempio l’avvio dell’Osservatorio Nazionale contro le discriminazioni nello Sport – dice l’Unar –, uno strumento teso a favorire la prevenzione e il contrasto dell’intolleranza e del razzismo in tutte le competizioni sportive, specie quelle che si svolgono nei contesti meno frequentati dalla grande stampa. Ma non per questo ci fermeremo». 

L’Unar infatti ha avviato una Campagna social per «rimanere uniti, stare vicini, anche se virtualmente, e diffondere il sentimento che in questo periodo abbiamo riscoperto: quello della solidarietà e dell’uguaglianza e per contrastare qualsiasi forma di razzismo».

Quest’anno la Settimana d’azione contro il razzismo è stata dedicata a «chi protegge e salva il prossimo, che si trovi a bordo di una nave civile o militare, in un ospedale a combattere per salvare vite in pericolo, in una strada di notte nei nostri quartieri a distribuire pasti caldi a chi ne ha bisogno».

Oggi più che mai, ha proseguito l’Unar, «è importante celebrare i volti dell’umanità. Siamo un grande Paese e la nostra generosità, la nostra forza d’animo nel superare tanti momenti difficili dimostrano che abbiamo bisogno l’uno dell’altro e non c’è spazio per le discriminazioni. Dobbiamo ricordarcelo sempre! “Il volto dell’umanità è l’unico volto che conosco” #maipiurazzismo. 

Disegnatevi sul volto una U ben visibile, scrivete su un foglio #maipiurazzimo e scattatevi una foto. Condividete poi le foto sui profili social istituzionali dell’Unar. (Fb, Instagram, Twitter). Potete inviare le foto / video con dei vostri pensieri o disegni dei vostri figli anche a comunicazione.unar@governo.it, verranno da noi condivise. Ricordatevi sempre di disegnarvi sul volto la U e scrivere #maipiurazzismo.».

Per saperne di più clicca qui http://www.unar.it/