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Mattarella: «Ardeatine. Una delle pagine più dolorose della storia recente»

Roma, 24 marzo del 1944, l’eccidio «delle Fosse Ardeatine»: fucilate 335 persone. 

Una rappresaglia messa in atto dagli occupanti nazisti per «rispondere» all’attentato del giorno prima, quello di Via Rasella, in cui trovarono la morte 33 militari del Reich. 

L’attentato di via Rasella fu un’azione preparata dalla Resistenza romana e capitanata dai Gruppi di Azione Patriottica (Gap), le unità partigiane del Partito Comunista Italiano, indirizzata quel giorno, il 23 marzo 1944, contro un reparto delle forze d’occupazione tedesche che transitava nella stretta e lunga via romana del centro e a pochi passi dal Quirinale; si trattava dell’Undicesima Compagnia del III Battaglione del Polizeiregiment (Bozen), appartenente alla Ordnungspolizei – polizia d’ordine – e composta da reclute altoatesine. 

Il giorno seguente, i tedeschi decidono di rispondere con un’operazione militare (una vendetta) per reagire all’affronto subito attuando una strage, guidata dal colonnello Herbert Kappler, coadiuvato dal capitano Erich Priebke. 

La maggior parte delle vittime civili trucidata nelle Fosse Ardeatine (antiche cave di pozzolana situate nei pressi della via Ardeatina, scelte quale luogo dell’esecuzione e per occultare i cadaveri degli uccisi) venne allora prelevata dal carcere di Regina Coeli e dalla prigione di via Tasso; tra le oltre trecento persone portate alla morte, cinquanta furono scelte e consegnate dal questore fascista Pietro Caruso.

«L’eccidio delle Ardeatine ha costituito una delle pagine più dolorose della storia recente del nostro Paese. I valori del rispetto della vita e della solidarietà che ci sorreggono in questo periodo, segnato da una grave emergenza sanitaria, rafforzano il dovere di rendere omaggio a quei morti innocenti», ha dichiarato stamane nel consueto comunicato stampa il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per ricordare il 76° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.

«Quest’anno, con grande rammarico – ha proseguito il Capo dello Stato –, non sarà possibile incontrarsi al Mausoleo per ascoltare, insieme alle loro famiglie, e con sempre uguale commozione, i nomi dei martiri» e ha proseguito, «desidero, con la medesima intensità manifestata nella cerimonia annuale, esprimere loro affetto, vicinanza e ricordo. Eventi così atroci – ha proseguito –, frutto della volontà di sopraffazione e del razzismo, continuano a richiamarci ai valori fondamentali della memoria, della pace, della solidarietà. La libertà e la democrazia – ha poi ammonito– sono state conquistate con il sangue di molti per evitare che ne fosse sparso ancora in futuro. Al termine di quegli anni terribili, segnati dalla dittatura e dalla guerra, l’unità del popolo italiano consentì la rinascita morale, civile, economica, sociale della nostra Nazione. La stessa unità – ha concluso Mattarella – che ci è richiesta, oggi, in un momento difficile per l’intera comunità».