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Terremoto in Croazia. La solidarietà ecumenica

Ieri mattina le agenzie di stampa battevano la notizia della scossa di terremoto di magnitudo 5.4 registrata alle 5,24 del mattino a Zagabria, capitale della Croazia. E di una seconda scossa, questa volta di magnitudo 4.6, nella stessa zona, poco dopo le 6:00. 

Un ragazzo di 15 anni è rimasto ferito gravemente per il crollo di un palazzo nel centro della città e si sono contati altri tre feriti più lievi. Molti, inoltre, i danni subiti dai palazzi più vecchi della città e a chiese importanti del centro storico.

Appresa la notizia, il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) ha immediatamente espresso la sua solidarietà attraverso un comunicato alle persone colpite dal calamità, sia quelle rimaste ferite, sia a quelle che hanno subito danni e perso la casa.

«Un terremoto violento, che ha messo in fuga le persone dalle loro abitazioni, causato incendi e oscurato parti della capitale per la mancanza di elettricità. Siamo rattristati per quanto accaduto, soprattutto dopo aver visto le immagini della devastazione, delle case distrutte dal terremoto e dopo aver ascoltato le tristi storie di molte famiglie sfollate – ha dichiarato il segretario generale del Cec, Olav Fykse Tveit –. Preghiamo, dunque, affinché la popolazione possa ritornare presto alla normalità. Siamo a loro vicini in questo momento di dolore. Quando un terremoto colpisce una terra, una popolazione, è sempre una grave calamità; quando un terremoto si sviluppa nello stesso momento in cui è in corso una pandemia mondiale, la situazione è ancor più complessa».