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Tutti insieme

Stiamo percorrendo insieme una strada sconosciuta e desidero condividere con tutti e tutte voi alcuni pensieri, miei personali e della Commissione sinodale per la Diaconia. Anche in questo momento vogliamo continuare a essere noi stessi, vogliamo continuare a servire con le persone, trovando nuovi modi per essere vicini, ascoltare, capire, accompagnare anche in queste settimane in cui ci viene chiesto, giustamente, di “mantenere le distanze”. 

Mai avremmo immaginato di dover vietare ai familiari di far visita ai loro genitori o ai loro nonni, di impedire l’accompagnamento negli ultimi momenti della vita, di negare la possibilità di un ordinato e condiviso momento in caso di esequie. Ma anche in questo clima vogliamo essere accanto alle persone, spiegando e comprendendo, accogliendo il disappunto senza far prevalere una comunicazione autoritaria, proponendo modi alternativi per relazionarsi. 

Ma, se possiamo servire con le persone, è grazie a tutti e tutte voi, alle centinaia di collaboratori impegnati nella diaconia, ai quali, questa volta va prioritariamente il nostro pensiero e la nostra attenzione. A tutti e tutte la situazione chiede di adattarsi: per molti servizi abbiamo attivato lo smart working, abbiamo utilizzato le ferie, riorganizzato uffici e presenze per garantire gli stipendi e il buon andamento di tutta l’organizzazione, compreso il proseguimento dei servizi sul territorio che non sono stati interrotti. Purtroppo abbiamo dovuto anche sospendere dal servizio diverse decine di persone, in particolare i colleghi e le colleghe impegnate nel nostro settore turistico, foresterie e alberghi, che è chiuso e che ha delle prospettive di riapertura e rilancio molto difficili da definire, che protrarranno le difficoltà molto al di là delle restrizioni dovute all’epidemia in Italia. Per loro c’è il nostro impegno a trovare le risorse e le modalità per mitigare le conseguenze, anche economiche, della chiusura delle strutture.

Un pensiero particolare, tuttavia, va agli operatori delle strutture residenziali. In un momento in cui tutti dicono #iorestoacasa abbiamo fra di noi quelli che rispondono invece al motto #iorestoinstruttura. Sono gli operatori e le operatrici in trincea, in prima linea, che non possono mantenere la distanza di un metro, che devono alzare gli ospiti, imboccarli, curarli e accudirli. Un lavoro impegnativo in tempi normali, molto più impegnativo in queste circostanze. Si trovano ad affrontare la paura e l’angoscia che attanaglia tutti noi in questi momenti, ma tengono duro e a ogni inizio turno si ripresentano a fare il loro lavoro, non abbandonando le persone che sono state affidate. 

I prossimi giorni potrebbero essere più difficili, ma voglio confermare il nostro impegno per fare tutto il possibile per rendere sicuro il loro lavoro. Abbiamo uno staff che sta lavorando senza soste da giorni per procurare i dispositivi necessari nell’eventualità di gestione di casi sospetti. Abbiamo cercato e cerchiamo, con i responsabili e le responsabili ai diversi livelli, che non hanno smesso di impegnarsi un momento dalle prime avvisaglie della crisi, di anticipare i problemi e capire come reagire di fronte agli eventi. 

Siamo certi che ce la faremo, che riusciremo a uscire da questi momenti rimanendo noi stessi, magari cambiati, speriamo migliorati.

E lo faremo insieme, come sempre.