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Bastava chiedere. 10 storie di femminismo quotidiano

A noi donne capita di essere apostrofate con la parola “maestrina”, direttamente oppure indirettamente, in privato o in pubblico. Seppur in tono talvolta affettuoso o scherzoso, per stabilire una distanza ambigua che suona come una doccia fredda, colma di paternalismo.

Cosa ci spinge, nel 2020, ad atteggiamenti di questo genere, nella vita sociale e comunitaria? E perché di questi temi – anche e proprio durante questa crisi pandemica da corona virus – è importante parlarne? 

Perché se c’è una cosa chiara in questa emergenza è che non si tratta solo di una crisi sanitaria, anche se già solo questo aspetto ha cambiato la nostra vita quotidiana e ha messo alla prova persone e famiglie in tutte le regioni. «Pandemia non è una parola da usare con leggerezza», ha scritto l’organizzazione mondiale della salute, perché può generare paura generalizzata e scoraggiare la lotta al virus a livello globale. Invece, è solo pensando globalmente e agendo localmente che è possibile affrontare la questione in modo sistemico, facendo tesoro della lezione di complessità e interdipendenza, anche nei rapporti di genere a livello sociale e familiare. 

Una delle cose positive che sta emergendo è che, nelle difficoltà, siamo disposti a cambiare e a recuperare un senso del noi, davvero universale. Non è per nulla scontato in quanto la paura genera tensioni e reazioni difensive, ma se si riesce a capovolgere lo sguardo e a coalizzarsi tutti e tutte contro questa piccolissima molecola, che non può nemmeno essere definita un essere vivente, allora potremo non solo vincere la battaglia contro il virus ma anche ripensare la nostra vita di relazione. 

In questi giorni di reclusione forzata, sotto stress sono le relazioni, il senso di sicurezza e protezione.  All’improvviso cambiano le priorità. E scopriamo che ad essere vitali sono relazioni autentiche, paritarie, reciproche dove ognuno si senta valorizzato per quello che può esprimere, dove con amore ci si possa rivolgere gli uni agli altri, magari con la paura negli occhi che piano piano si dilegua perché prevale un senso di collaborazione e fiducia. «Insieme si vince» non è solo uno slogan che abbiamo sentito ripetere in questi giorni, è proprio una strategia di sopravvivenza.

Tante sono le manifestazioni di solidarietà e vicinanza – nella distanza – che sono state rese possibili in vario modo, in una connettività resa possibile dai social. Anche il servizio pubblico di radio e televisione ha modificato il palinsesto presentando la cultura come una risorsa. Leggere – anche leggere ad alta voce – rafforza il sistema immunitario e il buon umore, tiene compagnia e ci fa sentire protagonisti di questa battaglia, portata avanti in prima persona.

Dato che il mondo dei libri è particolarmente sofferente in questa circostanza, è nata una pagina facebook “Decameron-una storia ci salverà” che presenta i libri appena pubblicati, per una campagna nazionale di educazione alla lettura. Una sorta di festival virtuale, dato che molte manifestazioni letterarie sono state cancellate o rinviate all’inizio dell’estate.

L’altro giorno ho scoperto un libro bellissimo, a fumetti. Titolo: “Bastava chiedere. 10 storie di femminismo quotidiano” (Laterza 2020), scritto da Emma, una blogger ingegnera informatica francese che smonta pezzo per pezzo il patriarcato facendo tanti piccoli esempi di vita quotidiana in cui possiamo riconoscerci con umorismo, ma anche prendendo tutto molto sul serio, divertendoci come allo specchio. E ho trovato anche una scenetta che racconta perché spesso gli uomini si innervosiscono con le donne e perché la rappresentazione del maschile e del femminile in questo frangente ha un valore sociale diverso: l’uomo risulta virile e aggressivo (rafforzando il senso di sé) mentre la donna è soltanto una povera isterica (indebolendo il senso di sé).

Che poi è quanto accade quando qualcuno dice «sei proprio una maestrina». Leggendo il libro, magari insieme uomini e donne, anche con figli e figlie, in questo periodo di convivenza casalinga, scopriremo tutta una serie di situazioni che possono invece essere ristrutturate al fine di vivere le relazioni in modo più gioioso, per affrontare il carico mentale da lavoro domestico: impariamo a condividerlo. La crisi attuale si trasformerà allora in una occasione per imparare, tutti e tutte, lezioni preziose sulle relazioni di genere e su come sopravvivere al virus, sviluppando anticorpi adeguati.