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L’umiltà, la via per incontrare Dio

Signore, difendi tu la mia causa e riscattami; dammi la vita secondo la tua parola
Salmo 119, 154

Filippo accorse, udì che quell’uomo leggeva il profeta Isaia, e gli disse: “Capisci quello che stai leggendo?” Quegli rispose: “E come potrei, se nessuno mi guida?” E invitò Filippo a salire e a sedersi accanto a lui
Atti degli apostoli 8, 30-31

Un uomo importante e benestante che aveva le condizioni economiche per permettersi una copia del libro del profeta Isaia, forse comprato a Gerusalemme, era desideroso di conoscere Dio.

Stava probabilmente leggendo ad alta voce, come si usava leggere le Scritture, mentre con il suo carro percorreva la strada di ritorno a casa. Un uomo stava cercando Dio con zelo e per trovare la verità di Dio con grande impegno aveva viaggiato per circa 2000 chilometri dall’Etiopia fino a Gerusalemme. Un viaggio con il suo carro sotto il sole per cercare Dio ed ora, ancora sotto il sole, continua la sua ricerca scavando in quel testo “sacro” tra le sue mani.

La cosa sorprendente è che lo Spirito Santo aveva già preparato il cuore di quest’uomo all’ascolto dell’Evangelo. Ecco che allora Filippo, vedendo il carro da lontano e ascoltando la voce dello Spirito, lo raggiunse.

La prima cosa che colpisce è la prontezza di Filippo ad obbedire a quella voce. Infatti, il testo ci dice che egli corse accanto al carro e udì che l’etiope stava leggendo Isaia.

Filippo non poteva sapere che cosa stesse leggendo quell’uomo e neppure poteva immaginare che il cuore di costui fosse preparato per l’ascolto dell’Evangelo, cioè sentir parlare di Gesù Cristo. Eppure ubbidì subito e il suo cuore si riempì di gioia. Si rese conto che si era trovato su quella strada nel deserto perché inviato da Dio.

Filippo nel suo approccio adotta il metodo di Gesù. Pone una domanda: “Capisci quello che stai leggendo?”. L’etiope risponde con umiltà sincera: “E come potrei, se nessuno mi guida?”.

Da questo incontro, impariamo due semplici verità: la via per incontrare Dio è l’umiltà; questo cammino non può essere un cammino solitario, perché abbiamo bisogno di chi ci parla del Signore attraverso le Scritture; perché «Il Cristo nel mio cuore è più debole del Cristo nella parola del fratello, il primo è incerto, il secondo è certo» (Dietrich Bonhoeffer, Vita Comune, Queriniana).