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Costa d’Avorio, appello degli evangelici in vista delle elezioni presidenziali

La Costa d’Avorio si avvicina al voto per l’elezione del presidente della Repubblica il prossimo ottobre in un crescendo di tensioni.

Il Partito democratico della Costa d’Avorio (Pdci) dell’ex presidente Henri Konan Bedié (dal 1993 al 1999) e il Fronte popolare ivoriano (Fpi) dell’ex presidente Laurent Gbagbo poi deposto e processato e assolto a L’Aja per crimini contro l’umanità, parteciperanno alle elezioni presidenziali in programma nell’ottobre 2020 e presenteranno i rispettivi candidati. Lo hanno annunciato i segretari esecutivi del Pdci e del Fpi, rispettivamente Maurice Kakou Guikahué e Assoa Adou, nel corso di una conferenza stampa congiunta.

 «Parteciperemo alle elezioni. Stiamo lottando affinché la Commissione elettorale cambi – e cambierà – ma se le cose non cambiano, andremo comunque alle elezioni», ha detto Guikahué, confermando che il suo partito non boicotterà il voto anche se l’opposizione non ottenesse la riforma della Commissione elettorale indipendente (Cei). «L’Fpi avrà un candidato nel 2020. Le elezioni si terranno e il presidente (Alassane) Ouattara lascerà il potere. Ci stiamo mobilitando per questo», ha dichiarato da parte sua Assoa Adou, senza tuttavia parlare direttamente della situazione di Gbagbo, prosciolto dall’accusa di crimini contro l’umanità ma attualmente in libertà vigilata in Belgio in attesa della decisione della Corte penale internazionale (Cpi) su un eventuale processo di appello.

Il Concistoro dei protestanti evangelici della Costa d’Avorio ha invitato tutti gli attori politici a impegnarsi a costruire un’atmosfera favorevole a elezioni pacifiche, eque e trasparenti, che dovrebbero portare a risultati che non siano contestati e siano invece accettati da tutti. Dopo che la Chiesa cattolica ha recentemente sfidato leader e politici sulla necessità di favorire i migliori interessi della nazione, è il turno dei protestanti della Costa d’Avorio, schierarsi a favore della pace e del mantenimento della stabilità politica nel paese.

Il Concistoro dei protestanti evangelici della Costa d’Avorio ha ribadito l’importante ruolo della Chiesa, che è quello di aiutare ad evitare altre forme di espressione potenzialmente deplorevoli.

Rammaricandosi per le varie crisi subite dal Paese che hanno causato traumi profondi nella popolazione, i cui effetti non sono ancora stati risolti, gli evangelici ivoriani hanno ribadito la necessità di prevenire qualsiasi escalation di violenza che potrebbe minare la costruzione di una società pacificata. 

«Alla luce degli eventi che hanno segnato l’attualità oramai da tempo con posizioni estreme che non suggeriscono una tranquillità sufficiente in vista delle prossime elezioni, la chiesa, in conformità con il suo ministero di riconciliazione e pace e nel suo ruolo di colonna e sostegno alla verità, si vede nell’obbligo morale e spirituale di esprimersi», ha dichiarato il reverendo Yayé Dion Robert, presidente del Concistoro.

Come i loro correligionari cattolici, anche i protestanti evangelici chiedono al governo di proseguire il dialogo con l’opposizione al fine di garantire la coesione sociale, un presupposto per qualsiasi sviluppo, ma anche per chiedere il rilascio di prigionieri politici e il ritorno di tutti i figli e figlie della Costa d’Avorio in esilio. Per il presidente del Concistoro dei protestanti evangelici della Costa d’Avorio, nessun prezzo è abbastanza grande per la pace nel nostro paese.

«Invitiamo le nostre assemblee, i nostri concittadini e tutti i leader a qualsiasi livello, a cercare le migliori virtù per la costruzione della nostra cara e unica nazione, vale a dire: dialogo, pace, tolleranza, rispetto della vita umana …», ha insistito il reverendo Yayé Dion Robert.