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Coronavirus, le disposizioni della Tavola Valdese

La Tavola Valdese ha scritto ai pastori e alle pastore in servizio e ai presidenti dei Consigli di chiesa, nonché agli organismi intermedi quali Circuiti e Distretti, presenti nelle regioni colpite dal coronavirus. La Tavola, facendo seguito alle comunicazioni inviate dagli stessi Distretti in merito alla sospensione temporanea delle attività ecclesiastiche in conseguenza delle ordinanze regionali emesse dalle Regioni Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, ha fornito alcune riflessioni e indicazioni supplementari. Ci si riferisce, innanzitutto, a quelle attività rispetto alle quali più fortemente si avverte l’esigenza di combinare il doveroso rispetto delle prescrizioni fornite dalle autorità competenti e l’adozione di adeguate misure precauzionali nel quadro della condivisione di responsabilità civili e sociali, con l’attenzione ai bisogni spirituali delle persone, soprattutto nei momenti della vita di maggiore vulnerabilità.

«A tale proposito – scrive la moderatora Alessandra Trotta nella lettera – si osserva che le ordinanze delle Regioni citate che prescrivono la sospensione di manifestazioni, iniziative ed eventi anche di natura religiosa, in luoghi pubblici o privati, intendono chiaramente evitare i rischi legati all’aggregazione di un significativo numero di persone di varia provenienza che affluiscono nello stesso luogo per partecipare a un evento collettivo, e ciò allo scopo di evitare una diffusione massiva del virus, fatto che potrebbe determinare la congestione del sistema sanitario ospedaliero e una conseguente importante difficoltà di intervenire adeguatamente all’emergenza dei casi più gravi».

La Tavola, inoltre, «ritiene che non vi siano ragioni per ritenere che la limitazione (che sacrifica per un tempo limitato l’esercizio di diritti e libertà di rilevanza costituzionale in ragione di superiori interessi di tutela della salute pubblica) debba coinvolgere aspetti e compiti fondamentali dell’esercizio dei ministeri nella Chiesa, come le attività di cura d’anime, i colloqui individuali di ascolto, supporto e formazione; le visite individuali, comprese quelle nelle case di riposo o luoghi di cura, pur nel rispetto delle misure e precauzioni adottate dai responsabili delle strutture allo scopo di evitare la contemporanea presenza di un numero eccessivo di visitatori e di consentire adeguati comportamenti preventivi alla diffusione virale».

Seguono poi indicazioni in materia di funerali e gruppi di lavoro: «Per quanto concerne i funerali – prosegue la moderatora –  si ritiene che, senza sottrarsi alla necessità di accompagnamento dei familiari della persona defunta, vadano svolti in forma privata e cioè con la partecipazione dei soli congiunti più stretti, eventualmente rinviando momenti di più larga condivisione comunitaria intorno alla famiglia ad un tempo successivo al venir meno delle ordinanze di sospensione. Anche per le riunioni di lavoro di gruppi e commissioni ristrette, non si vedono ostacoli al loro regolare svolgimento, come d’altra parte attuato negli ambiti lavorativi secolari».

Infine la moderatora raccomanda, in tutti questi ambiti di impegno e partecipazione, la puntuale adozione delle misure di igiene e protezione indicate dalle competenti autorità: «Crediamo che l’esercizio di un giusto equilibrio fra senso di responsabilità, buon senso e spirito di servizio nella cura delle persone – conclude Trotta –  potrà guidare le scelte anche nelle situazioni concrete nelle quali dovessero sorgere dei dubbi, per i quali si rimane a disposizione per un ulteriore supporto di orientamento».

Tratto da chiesavaldese.org