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Da Lodi a Milano, le chiese battiste di fonte al Coronavirus

Al momento in cui scriviamo sono oltre 200 i casi confermati di persone contagiate dal Coronavirus in Italia, cinque le persone decedute. Preoccupa in queste ore il panico che si sta generando intorno al «COVID-19» (dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno in cui si è manifestata): supermercati e pronto soccorso presi d’assalto per paura del contagio, singole mascherine sanitarie vendute oltre i 10 euro.

Come si legge sul sito del Ministero della salute, «come altre malattie respiratorie, l’infezione da nuovo Coronavirus può causare sintomi lievi come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, oppure sintomi più severi quali polmonite e difficoltà respiratorie. Raramente può essere fatale. Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, quali diabete e malattie cardiache».

Per il momento è interessato soprattutto il Nord del paese. Sette le regioni coinvolte: Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Nei dieci comuni del lodigiano, focolaio del virus in Lombardia, sono stati predisposti 35 varchi, e 8 a Vo’ Euganeo in Veneto. Si parla di 500 uomini e donne delle Forze dell’Ordine inviati a vigilare la zona. I centri abitati nei fatti si trovano in quarantena e l’ansia e la paura crescono.

Già prima dell’ordinanza del Ministero della salute d’intesa con il presidente della Regione Lombardia, diramata ieri sera, che sospende tutte le manifestazioni o iniziative di carattere culturale, ludico sportivo e religioso fino a domenica 1 marzo compreso, la piccola comunità battista di Lodi, formata da persone che in maggioranza risiedono nei comuni circostanti, aveva deciso di sospendere il culto domenicale. «Siamo molto preoccupati – afferma Mina Esposti, anziana della chiesa battista di Lodi –. In queste ore giungono notizie relative a nuovi casi che si riscontrano non solo nella nostra regione. Io e mio marito, che siamo i più anziani della comunità, abbiamo compreso che era un dovuto atto di responsabilità decidere di sospendere il culto domenicale. Grazie a Dio, avevamo fatto tempo fa un gruppo whatsapp “chiesa”, con il quale ci teniamo in contatto per alcune comunicazioni, e in queste ore di ansia e preoccupazione, abbiamo potuto condividere su quel gruppo le nostre preghiere, sostenendoci e incoraggiandoci a vicenda. C’è una sorella di chiesa, che abita in un paese vicino, non tra quelli “blindati”, che ci ha comunicato che tutti i supermercati sono vuoti. Le abbiamo offerto il nostro aiuto: siamo in pochi, ma vogliamo ribadire lo spirito di solidarietà e fraternità. Abbiamo ricevuto vicinanza anche del presidente dell’Ucebi, Giovanni Arcidiacono. Certo la preoccupazione c’è, soprattutto per i bambini e gli anziani. Giorni fa ho fatto un’operazione all’occhio e per il momento non posso recarmi in ospedale per il controllo di routine».

Ieri mattina il culto si è svolto regolarmente nella chiesa battista di Milano-via Pinamonte. «In chiesa c’era una atmosfera surreale – ha dichiarato la pastora Anna Maffei, raggiunta al telefono –. Le persone nella serata di sabato avevano saputo dei nuovi contagi, e del decesso di uno dei malati a Sesto San Giovanni, dove abita una sorella di chiesa che fa la monitrice. Proprio lei, che è anche mamma di un piccolo bimbo, ci ha comunicato che non se la sentiva di venire, e dunque ieri non c’erano i bambini al culto. Eravamo appena una cinquantina rispetto alle solite cento presenze. A conclusione del culto abbiamo fatto un’assemblea per capire cosa fare, avevamo deciso di non fare la santa cena e di prendere tutta una serie di altre precauzioni. Poi però ieri sera è arrivata l’ordinanza della Regione Lombardia che dispone il divieto di riunirci: è una misura cautelare che la gente comprende bene; quanto durerà e quale impatto avrà, vedremo, ma scongiurare il diffondersi di un’epidemia in una città grande come Milano credo che sia compresa da tutti».

Con una lettera circolare inviata alle chiese, ai pastori e alle associazioni regionali dell’Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, il presidente dell’Ucebi, Giovanni Arcidiacono ha scritto che «In ragione delle ordinanze emesse dal Ministero della salute per le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, raccomandiamo alle chiese e alle Associazioni Regionali di queste regioni di sospendere le attività liturgiche da oggi fino domenica 1 marzo compresa. Vi informiamo che seguiamo l’evolversi degli eventi e che comunicheremo con la massima celerità qualsiasi ordinanza e disposizione futura delle Istituzioni alle Chiese». Non serve creare allarmismo, c’è bisogno di fornire informazioni corrette e fare in modo che il contagio sia controllato. Anche le chiese evangeliche faranno la loro parte.