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Esilio e Rimpatrio per fare storia

Nell’opuscolo della Società di studi valdesi del XVII Febbraio dell’anno scorso, il Gruppo giovani, costituito dall’ottobre 2015 presso la chiesa valdese di Pinerolo, aveva raccontato la “rievocazione storica” realizzata ripercorrendo le strade dell’esilio valdese nel XVI secolo, da Saluzzo a Ginevra.

Le strade degli ugonotti e dei valdesi costituiscono oggi un itinerario riconosciuto dal Consiglio d’Europa, di cui la Fondazione Centro culturale valdese è capofila per l’Italia.

Con particolare interesse si legge perciò, nell’opuscolo di quest’anno, la seconda parte di questa impegnativa avventura, quella del Glorioso Rimpatrio che negli anni recenti ha visto già diversi gruppi in cammino grazie anche a pubblicazioni che contengono cartine e descrizione delle varie tappe, e molte informazioni con i luoghi dove sostare. Anche un gruppo di studenti del Collegio valdese di Torre Pellice ha di recente effettuato il “Rimpatrio” in bici e a piedi, con collegamenti radiofonici e uno spettacolo conclusivo.

Nell’opuscolo del XVII Febbraio 2020, curato da Davide Rosso e Paola Schellenbaum, si rinnova l’incontro con Federico Bounous, Chiara Mannalà, Anna Peraldo, Paolo Piras, Giacomo Rosso e Daniele Vola, attraverso le pagine del loro diario e più in generale con il loro progetto che è stato molto di più di un trekking (anche se la fatica fisica, con i temporalacci e la nebbia in montagna non sono mancati!) e diventa un modo coinvolgente e nuovo di raccontare la storia, di fare memoria avvalendosi dei tanti nuovi mezzi di comunicazione, da Facebook alla radio comunitaria (Radio Beckwith evangelica), ai disegni, al teatro, sperimentati nello spettacolo presentato in alcune delle comunità ospitanti, con un testo scritto da Giacomo Rosso, immagini di Daniele Vola, illustrazioni e cartina di Anna Peraldo.

È opportuno ricordare, a questo proposito, che l’Ufficio dei beni culturali della Tavola valdese ha da qualche tempo un’intensa attività su Facebook dove pubblica brevi video in concomitanza con una ricorrenza, per evidenziare un evento, un personaggio, un oggetto, nell’intenzione di divulgare in maniera sempre più diffusa un ricco patrimonio culturale.

 Su queste nuove modalità di fare storia e raccontarla, rivivendola attivamente (il mondo dello History telling, come si dice con l’immancabile nuova parola di origine anglosassone!) scrive Paola Schellenbaum: è in atto uno studio anche a livello accademico, a esempio all’Università Cattolica di Milano, che ha tra l’altro invitato il gruppo di Pinerolo a presentare il loro progetto.

 Infine vale la pena sottolineare che non si tratta soltanto di rievocare le vicende dei conflitti religiosi e delle persecuzioni dei valdesi nel lontano Seicento, ma di collocarsi nell’attualità, a volte drammatica, di tanti conflitti di questi anni in diversi paesi del mondo, che vedono nuovamente le religioni all’opera per dividere, radicalizzare, suscitare fondamentalismi. La violenza è sempre una sconfitta del dialogo. E il dialogo richiede la conoscenza reciproca, della storia e delle idee dell’altro. In questa direzione si muove l’opuscolo del XVII Febbraio 2020, con i giovani della chiesa valdese sulle tracce del “glorioso rimpatrio”.