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Chiamati ad agire secondo giustizia

I miseri e i poveri cercano acqua, e non ce n’è; la loro lingua è secca dalla sete. Io, il Signore, li esaudirò
Isaia 41, 17

A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell’acqua della vita
Apocalisse 21, 6

Il profeta descrive la situazione del popolo di Giuda deportato in Babilonia. Il significato metaforico dell’acqua nella Bibbia ebraica è ben noto ma in questo caso potrebbe trattarsi non solo di una dimensione simbolica; non è da escludere che una parte del popolo deportato, la parte più povera e debole, doveva affrontare anche la scarsità dell’acqua a disposizione. Il problema, infatti esiste tuttora; per comprenderlo basta una breve viaggio in Africa, evitando però i lussuosi alberghi costruiti per turisti occidentali.

Nel mondo di oggi la facilità e la difficoltà nel reperire l’acqua potabile segna il confine tra ricchezza e povertà. Apprendo il rubinetto di casa nostra spesso non ci rendiamo conto del privilegio di cui godiamo. Tuttavia, i cambiamenti climatici in atto potrebbero influire pesantemente su questo aspetto della nostra vita. Per rendersene conto basta spostarsi nelle campagne del nostro Meridione; non è necessario un viaggio in Africa.

Il versetto di oggi ci ricorda in ogni caso che laddove noi esseri umani creiamo disuguaglianza e oppressione Egli, il Signore, agisce con potenza a favore di chi è “povero e misero”. I testi di questo genere, abbastanza frequenti nel Primo Testamento, non invitano a una rassegnata attesa di un intervento divino. Una persona credente percepisce in tali testi una chiamata ad agire secondo la giustizia. La scandalosa disuguaglianza nell’accesso ai beni e servizi di primaria importanza che si manifesta oggi nel mondo intero richiede una presa di coscienza alla quale nessuno può sottrarsi.