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Le chiese negli Usa bloccano le politiche anti accoglienza di Trump

Un giudice federale ha bloccato un ordine esecutivo presidenziale che consentiva ai governi statali e locali degli Usa di porre il veto al reinsediamento delle persone migranti nelle loro giurisdizioni.

Con ordinanza del tribunale 1/15 / 20 Il giudice Peter J. Messitte ha emesso un’ingiunzione preliminare in un caso giudiziario distrettuale contro il presidente Donald Trump intentato da agenzie diaconali che rappresentano decine di chiese che lavorano nel reinsediamento dei rifugiati e migranti: Hias (Società ebraica di aiuto ai migranti), la Cws, Church world service, organizzazione sociale che raggruppa 37 chiese o comunione di chiese cristiane nel mondo (molte denominazioni metodiste, battiste, ortodosse, riformate, soprattutto negli Stati Uniti), e infine il Servizio rifugiati e migranti della Federazione luterana mondiale.

La loro causa, presentata a novembre, contestava l’ordine esecutivo emesso da Trump il 29 settembre 2019 che afferma come le agenzie di reinsediamento debbano ottenere il consenso scritto da funzionari statali e locali in qualsiasi giurisdizione in cui desiderano aiutare a insediare le persone a partire da giugno 2020.

Messitte ha affermato di aver emesso l’ingiunzione nel caso, noto come Hias vs. Trump, perché i querelanti «hanno chiaramente probabilità di riuscire a dimostrare che, dando agli Stati e ai governi locali il diritto di veto sul reinsediamento dei rifugiati all’interno dei loro confini, vengono violate le norme fèderali». 

I rappresentanti della United Church of Christ (Ucc) erano tra i rappresentanti delle tanti fedi che hanno preso parte l’8 gennaio a una testimonianza pro-persone migranti fuori dal tribunale di Greenbelt, Maryland, dove il caso veniva dibattuto. L’Ucc è una delle denominazioni membro di Cws.

«L’Ucc si unisce a tutte le comunità di fede per celebrare questo momento», ha dichiarato la pastora Karen Georgia Thompson, «L’impegno ad accogliere rifugiati e richiedenti asilo è parte del tessuto degli Stati Uniti e dei cristiani nell’accogliere e amare i nostri vicini».

«Oggi il sole splende sulle famiglie di rifugiati e sulle comunità che per decenni hanno dedicato il loro tempo e risorse per accoglierli», ha dichiarato il pastore John L. McCullough,  metodista, presidente e Ceo di Cws. «Questa sentenza significa che i rifugiati appena arrivati ​​non saranno messi alla porta mentre tentano di ricostruire le loro vite. Significa che le persone di fede possono continuare a vivere la loro chiamata per accogliere lo straniero. Significa che possiamo continuare a garantire che tutti i rifugiati abbiano una possibilità di inizio negli Stati Uniti, indipendentemente da chi è in carica nei singoli Stati e nelle città in cui vivono».

L’ufficio stampa della Casa Bianca ha rilasciato una dichiarazione per affermare: «Questa è una decisione assurda. Stiamo esaminando rapidamente tutte le opzioni per proteggere le nostre comunità e preservare l’integrità del processo di reinsediamento dei rifugiati». Stati quali il Texas e varie contee avevano già manifestato l’intenzione di bloccare immediatamente il reinsediamento sul proprio territorio di chiunque, anche se la maggior parte dei governatori aveva reso noto di voler proseguire nelle politiche di accoglienza. Quest’anno, il presidente Trump ha fissato a soli 18.000 rifugiati il limite di accessi negli Stati Uniti, un minimo storico.