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A Torre Pellice “L’odore della pace raggiunta”

L’importanza della memoria storica, di una memoria costruita attraverso lo studio, la curiosità e l’appropriatezza delle fonti, in contrasto con la tendenza, tipica della nostra modernità, a forgiare le proprie idee e convinzioni attraverso slogan (così in voga sui social media) privi di fondamenti storici. Questo e molto altro intende trasmettere lo storytelling che andrà in scena al Teatro del Forte di Torre Pellice sabato 25 gennaio in occasione della Giornata Mondiale della Memoria dal titolo “L’odore della pace raggiunta” «Il titolo è una citazione di un racconto di Primo Levi – racconta l’autrice Federica Tammarazio – con il quale i protagonisti del nostro racconto sono imparentati alla lontana. Pur svolgendosi in un teatro, attraverso la performance di due attrici e la presenza del pubblico, non possiamo definirlo propriamente uno spettacolo, quanto piuttosto un racconto che, attraverso le vicissitudini dei protagonisti, ci invita a riflettere su una serie di temi, tra i quali quello dell’importanza fondamentale della memoria»

Una storia che narra delle vicende di una coppia, Giovanni Turin, valdese, ed Elda Calderoni, ebrea di origine argentina, alle prese con le vicende storiche drammatiche degli anni ’30 del Novecento che culminarono con la promulgazione delle leggi razziali «Attraverso la descrizione della quotidianità dei protagonisti – racconta l’autrice – il racconto ci mostra come questa possa essere travolta dal corso della storia mettendo in pericolo i dirtitti più basilari di un individuo»

Oltre al valore della testimonianza prettamente storica, che ci ricorda una volta in più come sia necessario tenere sempre gli occhi ben aperti sulla realtà (anche politica) che ci circonda, il racconto ci invita a riflettere su una corretta costruzione della nostra memoria attraverso lo studio e la ricerca delle fonti attendibili, soprattutto in un’epoca come quella contemporanea, caratterizzata da una mole senza precedenti di stimoli e contenuti all’interno della quale si annidano false notizie e slogan privi di fondamento storico «Purtroppo – spiega Tammarazio – la nostra modernità ci inonda di contenuti spesso banalizzati ma molto incisivi. Da questo punto di vista gli archivi storici forniscono un antidoto importante, perchè contengono le storie autentiche e verificabili della nostra gente e risultano fondamentali nella costruzione di un pensiero critico che sia anche strumento utile per leggere la nostra contemporaneità»

Si può quindi dire che la ricerca stessa sia tra i protagonisti nascosti del racconto, nato quasi per caso proprio dalla consultazione dell’Archivio delle tradizioni e del costume ebraici Benvenuto e Alessandro Terracini di Torino « Questo racconto – spiega l’autrice – fa parte di un ciclo intitolato “Di storia in storia. Il teatro racconta” e interamente basato sulla consultazione archivistica. Nel caso specifico di questo racconto, si tratta di un “inciampo”: nelle mie consultazioni presso l’archivio ebraico, mi sono imbattuta in questo cognome, privo di riferimenti alla comunità ebraica ma ricco di cenni all’archivio valdese. Da qui è partita la ricerca per la quale ringrazio Gabriella Ballesio per la preziosa collaborazione e la disponibilità a raccontarmi fatti e persone che diversamente non avrei mai avuto la possibilità di conoscere»

L’appuntamento è quindi sabato 25 gennaio alle 20.45 al teatro del Forte di Torre Pellice, preceduto, alle 17, dalla presentazione del libro “Matite sbriciolate : I militari italiani nei lager nazisti”, di Antonella Bartolo Colaleo, presso la Biblioteca delle Resistenze, Torre Pellice, alla presenza dell’autrice