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Donne. razza e classe

Italiana di origini palestinesi, Rula Jebreal, giornalista, analista di politica estera e consigliera del presidente francese Macron per il gender gap è entrata al centro del dibattito mediatico per via dell’imminente inizio della 70° edizione Festival di Sanremo. La sua presenza, richiesta direttamente dal conduttore del festival, era prevista per la serata del 4 febbraio. Nelle scorse settimane, però, a seguito della circolazione di questa notizia, la sua presenza è stata messa in discussione perché l’immagine della giornalista è stata vista come possibile causa di divisione e di polemiche. «Qualcuno si è spaventato che venisse offerta una ribalta a italiani nuovi, a persone diverse come me che appartengono a un’Italia inclusiva, tollerante, aperta al mondo, impegnata in missioni di dialogo e di pace» ha dichiarato la giornalista. Una giovane donna di origini straniere ha messo in discussione l’immagine conformista e, a tratti stantia, di un’Italia restia ad aprirsi al dialogo, alla sua nuova realtà o molto più semplicemente alla realtà che la rappresenta.

Angela Yvonne Davis (Birmingham, 1944) è diventata negli anni una delle figure principali del movimento dei diritti civili americani. La sua lotta, in prima linea con gli afroamericani contro razzismo e repressione, è diventata celebre e fondamentale sino a giungere dall’altra parte dell’oceano.
A meno di trent’anni l’attivista afroamericana venne accusata di complicità nell’omicidio di un giudice da parte dei movimenti per i diritti. La sua fuga immediata la fece diventare di colpo una ricercata dall’FBI. Il suo periodo di clandestinità si concluse con un arresto dalla risonanza mondiale.

Una raccolta di riflessioni, un saggio vero e proprio sulle interconnessioni tra i rapporti di genere, razza e classe, Angela Davis scrisse i testi nel 1971 in carcere. Pubblicato per la prima volta nel 1981 negli Stati Uniti, “Donne, Razza e Classe” è uno dei testi cardine del femminismo odierno e di quello che, anni dopo, è stato definito e considerato come femminismo intersezionale.
La saggista sviluppa uno studio storico a partire dalla condizione delle donne afroamericane durante lo schiavismo, del mito dello “stupratore nero” o della superiorità della razza bianca fino al racconto delle figure chiave della lotta per i diritti delle donne, degli afroamericani, delle afroamericane e della working classamericana.
Il testo di Angela Davis risulta, nel 2020, essere di una lucidità e di un’attualità disarmante. Nella realtà in cui la figura femminile viene costantemente rilegata in un angolo – o indietro di un passo! – la visuale della saggista e attivista è una preziosissima perla nel percorso del femminismo internazionale ma anche della visione di una realtà arretrata.

La donna è eterogenea, complessa, piena di risorse. Nel testo tradotto in Italia per Alegre edizioni nel 2018, la figura femminile si libera di qualsiasi pregiudizio e preconcetto e risponde al racconto di una complessità identitaria stratificata e ricca. È un testo che mostra e dimostra nuove visioni, diverse prospettive e il bisogno necessario di rinnovamento.
Donne, razza e classe parla di esperienze, di bisogni, di risorse e di mancanze. Parla alle generazioni passate e attuali delle donne nuove, della nuova fase storica di una realtà, come quella americana come quella francese o italiana, segnata dalla presenza crescente di donne migranti o di origine straniera in Italia e in Europa. Un libro per contrastare il vecchio, una lettura indispensabile per leggere tra le righe cosa ci sta urlando un presente sempre più presente ovunque. Nelle vite, nelle scelte e anche negli schermi dei nostri televisori.

Donne. razza e classe, Angela Davis, Edizioni Alegre, 2018, 15 euro