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Nigeria. Ucciso il pastore Andimi

Il presidente della Christian Association of Nigeria (Can), rev. Lawan Andimi, rapito il 3 gennaio scorso dal gruppo terroristico di Boko Haram, è stato giustiziato.

La notizia è stata data ieri dal giornalista investigativo nigeriano Ahmed Salkida, esperto di Boko Haram, dopo aver ricevuto un video della decapitazione del pastore Andimi e di un soldato di cui non si conosce l’identità.

Salkida ha scritto: «Annunciare alcune notizie può traumatizzare. Sto combattendo con una di queste. Il rev. Andimi, rapito da #BokoHaram è stato giustiziato ieri. Il rev. Andimi era un leader della chiesa, un padre per i suoi figli e per la comunità che ha servito. Le mie condoglianze vanno alla sua famiglia».

In un precedente videomessaggio, che i terroristi avevano inviato alcuni giorni dopo il suo rapimento a Salkida, il rev. Andimi chiedeva ai suoi colleghi della Can e alla Chiesa dei Fratelli in Nigeria (Eyn) di presentare una petizione per la sua liberazione al governatore dello stato di Adamawa e ad altri funzionari. Nel video inoltre Andimi diceva di avere fiducia in Dio nonostante il suo calvario, e di non essere scoraggiato «perché tutte le condizioni [in cui si trova] sono nelle mani di Dio». «Non piangete, non preoccupatevi, ma ringraziate Dio per ogni cosa», aveva detto il pastore rivolgendosi ai suoi cari.

Immediata la condanna di Christian Solidarity Worldwide, organizzazione cristiana impegnata nella difesa dei diritti umani e della libertà religiosa. «CSW condanna con forza il brutale omicidio del pastore Andimi ed estende le sue più sentite condoglianze alla famiglia, agli amici e alla denominazione», ha dichiarato Mervyn Thomas, amministratore delegato di CSW.

«Come cristiani, sapendo che c’è vita dopo la morte, apprezziamo comunque il dono di questa vita e ci uniamo al lutto per un uomo insolitamente coraggioso, che nonostante sapesse che la morte era una prospettiva molto reale, ha mantenuto una fede calma e profonda che continuerà ad ispirare le generazioni future».

«La rinascita di entrambe le fazioni di Boko Haram è segno della crescente insicurezza nel paese, il cui prezzo viene pagato soprattutto dai civili. Alla luce della molteplicità degli attori armati non statali che operano attualmente in Nigeria, CSW ribadisce che i crescenti livelli di insicurezza in tutto il paese costituiscono una minaccia per investimenti e sviluppo sostenibili. Ancora una volta, esortiamo il governo del Regno Unito a denunciare l’allarmante deterioramento della sicurezza in Nigeria, chiedendo con urgenza all’attuale presidente Buhari una soluzione completa ed efficace, e offrendo collaborazione qualora se ne ravvisasse la necessità».