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La Chiesa episcopale contro la chiusura ai reinsediamenti di rifugiati in Texas

Nei giorni scorsi il governatore del Texas Greg Abbott ha reso noto la decisione della sua amministrazione di non voler accogliere nemmeno un rifugiato nel corso del 2020. Scelta che arriva dopo che il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che consente ai governi locali dei singoli stati che formano gli Usa di respingere i rifugiati; mercoledì scorso un giudice del Minnesota ha congelato la nuova norma definendola in sostanza incostituzionale e sono attese le contromosse della Casa Bianca. Nel frattempo alcuni Stati, come per l’appunto il ricco Texas ha immediatamente fatto proprie le volontà dell’amministrazione Trump.

La Chiesa episcopale del Texas è stata fra le prime a marcare il dissenso da tali iniziative con un comunicato che ricorda come «I texani sono noti da tempo per la loro ospitalità e per la generosità del loro spirito. Inoltre, molti fra loro sono persone di forte fede che prendono sul serio la chiamata del Vangelo ad accogliere lo straniero e aiutare coloro che fuggono dalla persecuzione religiosa e dalla violenza. La comunità episcopale del Texas condivide questi valori».

Non manca una valutazione sui valori aggiunti che i nuovi cittadini possono portare a vantaggio di tutti: «I rifugiati danno immenso valore alle comunità in tutto il Paese. Hanno rinvigorito l’economia, portato innovazione nelle piccole città e rafforzato le comunità attraverso il loro contributo alla vita pubblica e alle istituzioni culturali. I rifugiati in Texas sono studenti, imprenditori, impiegati, clienti, funzionari eletti e leader della comunità – proprio come noi. Loro siamo noi».

Da qui la richiesta al governatore Abbott «di riconsiderare la sua decisione nel solco della lunga tradizione del Texas nell’ accoglienza dei rifugiati. Il reinsediamento dei rifugiati incarna lo spirito texano e il fedele impegno nell’assistere gli ultimi. Incoraggiamo tutte le persone a dare supporto ai nostri fratelli e sorelle rifugiati, che cercano un paradiso di pace e speranza negli Stati Uniti».