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Premio Morrione. «Fai ciò che devi, accada quel che può»

«Fai ciò che devi, accada quel che può» era una frase ricorrente per Roberto Morrione, giornalista di lungo corso all’interno del servizio pubblico e direttore di diverse testate Rai, scomparso il 20 maggio 2011.

Un aforisma spesso ricordato da familiari, colleghi e amici, per rendere omaggio a un grande professionista dell’informazione: un motto tramandato ai giovani dal Premio giornalistico d’inchiesta a lui dedicato e promosso dall’Associazione Amici di Roberto Morrione.

«Il ruolo del giornalismo d’inchiesta e della stampa libera è quello di preservare la nostra democrazia. Saper comunicare è importante. Poter essere informati è un diritto – afferma la moderatora della Tavola valdese, Alessandra Trotta -. I «giornalismi», al plurale, che auspichiamo – prosegue – sono quelli in grado di illuminare le periferie dimenticate, di far emergere ciò che è stato sommerso operando con educazione, cura dei dati trattati, discernimento, etica professionale e controllo delle fonti. Il Premio Morrione – afferma Trotta – è rivolto a incoraggiare la crescita e le opportunità professionali dei giovani aspiranti reporter, ai quali è offerta la possibilità di lavorare a delle inchieste, grazie a una copertura finanziaria accompagnata da tutor legali e professionali. Un’opportunità rara e preziosa per chi, nel mondo del giornalismo (come in tanti altri ambiti lavorativi), deve difendere la propria libertà dalla fatica della precarizzazione».

Il bando della Nona edizione è dunque aperto, ed è possibile partecipare entro il 20 gennaio 2020.

Il Premio (sostenuto attraverso i fondi Otto per mille dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi e del quale Riforma è media partner nazionale, insieme a Radio Beckwith che segue le giornate di premiazione torinesi e che da tre anni ha trovato casa nel capoluogo piemontese grazie all’impegno profuso da Riforma nell’organizzazione) è promosso dall’Associazione Amici di Roberto Morrione ed è rivolto ai giovani under 30 e finanzia la realizzazione di progetti d’inchiesta su temi rilevanti per la vita politica, sociale, economica, culturale dell’Italia e dell’Europa, inerenti a temi quali: l’ambiente, la legalità, i diritti umani e civili, lo sviluppo tecnologico e le attività economiche», lo ricorda la portavoce nazionale, Mara Filippi Morrione.

I partecipanti possono concorrere come singoli o come gruppi di massimo tre partecipanti. Sono due le categorie in concorso: video inchiesta e inchiesta sperimentale. I candidati a questa seconda categoria saranno liberi di proporre progetti d’inchiesta realizzabili con qualsiasi linguaggio, tecnologia e stile espositivo.

A mero titolo esemplificativo: webdoc, forme diverse di storytelling, graphic novel, web serie, audio inchiesta, fotodocumentario, video-gaming, animazioni: tutto quanto di innovativo e sperimentale, adatto alla narrazione giornalistica, sia stato finora utilizzato o che, al contrario, stia soltanto per esserlo.

Tra le proposte inviate nel rispetto delle modalità indicate nel sito,  la giuria selezionerà tre progetti di video inchiesta. Tra i progetti sperimentali ne saranno scelti un numero massimo di quattro.

I proponenti saranno invitati a una giornata di audizione a Roma per esporre il proprio progetto alla giuria. La giuria sceglierà un progetto sperimentale che sarà poi realizzato con il contributo del Premio Roberto Morrione.

A ciascuno dei quattro progetti finalisti (tre video e uno sperimentale) verrà assegnato un contributo in denaro di 4.000 euro per lo sviluppo e produzione dell’inchiesta ed il supporto di tutor giornalistici, oltre che tecnici e legali. I progetti selezionati concorreranno a un premio finale in denaro del valore di 2.000 euro, per ogni categoria.

La giornata di audizione, per i progetti di Inchiesta sperimentale selezionati sarà comunicata preventivamente e si svolgerà entro il 30 marzo 2020. In quella stessa giornata saranno resi noti i progetti scelti.

Le inchieste vincitrici saranno trasmesse da Rainews24 e l’occasione di partecipare a festival e incontri in Italia e all’estero.

 

Il Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo è promosso dall’associazione Amici di Roberto Morrione e dalla Rai con il contributo dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi), della Compagnia di San Paolo, della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, dell’UsigRai, dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, dell’Associazione della Stampa Subalpina, della Fondazione Circolo dei lettori, di Ind.
Sono media partner Rainews24, Rai Italia, Rai Radio1, Rai Radio3, Tgr, Riforma.it, Agenzia Dire, Fanpage.it, Libera Informazione, Radio Beckwith, Impakter Italia.
Il Premio è realizzato in collaborazione con Prix Italia, Rai Teche, Report, Articolo21, Eurovisioni, I Siciliani, Italian Contemporary Film Festival-Toronto, Osservatorio di Pavia, Premio Città di Sasso Marconi, Scuola di giornalismo Lelio Basso, Tavola della Pace, Ucsi.

Per maggiori info: http://www.premiorobertomorrione.it

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Twitter https://twitter.com/premiomorrione

Il video promo è online sul canale YouTube

La giuria del premio è presieduta da Giuseppe Giulietti ed è composta da Luca Ajroldi, Paolo Aleotti, Federico Badaloni, Piero Badaloni, Francesca Barzini, Laura Silvia Battaglia, Giuliano Berretta, Giulia Bosetti, Valerio Cataldi, Francesco Cavalli, Giovanni Celsi, Enzo Chiarullo, Giovanni De Luca, Giovanni De Mauro, Amalia De Simone, Antonio Di Bella, Mara Filippi Morrione, Lorenzo Frigerio, Flavio Fusi, Alessandro Gaeta, Gian Mario Gillio (Riforma – Agenzia Stampa Nev), Giuseppe Giulietti, Udo Gümpel, Stefano Lamorgese, Francesco Laurenti, Elisa Marincola, Flaviano Masella, Anna Migotto, Fausto Pellegrini,  Federico Ruffo, Sandro Ruotolo, Mario Sanna, Giorgio Santelli, Marino Sinibaldi, Maurizio Torrealta, Pablo Trincia.

Roberto Morrione ha attraversato più di quaranta anni della storia del servizio pubblico, la Rai. Dal 1962 con Enzo Biagi a Tv7, trasmissione d’inchiesta e di reportages, coraggiosa e innovativa. Poi al Tg1 dove resta per anni con responsabilità crescenti. E’ il capocronista del primo giornale televisivo italiano quando, insieme ai suoi giornalisti, si assume la responsabilità d’inchieste bollenti: da quella sull’organizzazione clandestina Gladio, al disastro di Ustica, alla loggia massonica P2. Nel 1999 riesce ad avviare, nonostante le perplessità aziendali, il primo canale televisivo h24 in italiano: RaiNews. Ha partecipato alla nascita di Articolo 21 e ha collaborato vicino a don Ciotti alla nascita di Libera per diventare, dopo l’uscita dalla Rai , l’anima di Libera Informazione.