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Insegnare l’italiano agli stranieri fa bene all’Italia

Asnada, “asinata” è l’associazione fondata nel 2010 a Milano da Sara Honegger, scrittrice e giornalista, oggi formata da cinque donne per lo più trentenni: un nome curioso, che esprime il legame con l’associazione “Asinitas” di Roma e la rivista di educazione e intervento sociale “Gli asini” di Goffredo Fofi. Nasce infatti, ci racconta Honegger, dall’incontro con Marco Carsetti e dal desiderio di portare a Milano le pratiche della scuola per migranti della onlus di via Ostiense, sostenuta tra l’altro dai fondi otto per mille della Chiesa valdese.

Nella tradizione educativa di Maria Montessori, Célestin Freinet, del Movimento di cooperazione educativa e di Mario Lodi, spiega Honegger, in cui «si apprende a partire da ciò che gli studenti portano, dai loro interessi e desideri, stimolati attraverso la letteratura e le arti, cercando di fare della scuola un luogo di nutrimento intellettuale e spirituale», nasce una piccola scuola d’italiano per richiedenti asilo: è diurna, cosa all’epoca abbastanza anomala, il che dà loro un’alternativa al vagare per la città senza aver nulla da fare.

Negli anni la scuola si ingrandisce, arrivano studenti minorenni che inizialmente seguono le lezioni con gli adulti, nella convinzione che «i gruppi eterogenei siano un valore, una possibilità di maggiore scambi e risorse. Poi ci siamo resi conto che le capacità di apprendimento e le dinamiche sono molto diverse e abbiamo deciso di aprire una seconda scuola per minori non accompagnati».

E qui entra in gioco la chiesa metodista di Milano: con Laura Baldassini, che all’epoca gestisce le attività di Spazio Aperto, il salone multifunzionale di via Porro Lambertenghi, si avvia «una sperimentazione di tre mesi che ha funzionato benissimo, c’era moltissima richiesta e da subito abbiamo intrecciato rapporti con il Comune, con i servizi del Cerco-Offro Scuola», lo sportello di orientamento scolastico rivolto ai giovani stranieri.

Con lezioni tre volte alla settimana e 3-4 educatori, la scuola diventa una realtà stabile, sostenuta della chiesa metodista che offre oltre agli spazi un contributo economico importante, e con la collaborazione con la pastora Dorothee Mack, presente in diversi momenti della vita della scuola.

Si comincia a riflettere sulla valorizzazione delle lingue madri. «Chi insegna italiano agli stranieri sa che ci sono persone che fanno molta fatica ad apprendere la lingua e abbandonare la loro lingua madre», spiega Honegger.  Si decide quindi di partire da qui: «Nel 2015 nella scuola adulti è nato un gruppo condotto da un’educatrice di Asnada e da una maestra di teatro, con esercitazioni settimanali anche sulla voce e la postura, che ha portato in città, attraverso narrazioni pubbliche nei contesti più diversi, storie delle tradizioni orali dei paesi di provenienza, nella lingua madre dei narratori e in italiano». 

Questo lavoro ha anche un valore “politico”: «L’Italia ormai è un paese poliglotta, esistono decine di idiomi che meriterebbero di avere dignità d’ascolto, possono essere un nutrimento culturale e avere una funzione strategica per il futuro. Abbiamo persone che nel tempo parleranno disinvoltamente tre, quattro lingue e questo per un paese è una grandissima ricchezza», sostiene Honegger, convinta che sia particolarmente importante, «oggi che la lingua è abusata, stropicciata, usata male: ci interessa costruire contesti in cui restituire senso alla parola condivisa, al costruire pensiero insieme. Non insegniamo la lingua con grammatica o le frasette, ma interrogandoci su temi importanti, che permettono di usare la lingua per sviluppare pensiero».

In quest’ottica rientrano altri due progetti di Asnada: “La lingua della terra”, in collaborazione con “Il giardino degli aromi”, che per tre anni ha curato due orti nel complesso dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini. Qui l’apprendimento della lingua era legato all’apprendimento (o all’ aggiornamento) di un mestiere in ottica biologica. Il secondo progetto è la riqualificazione di una cascina nel quartiere Dergano, “Cascina9”, ottenuta insieme all’associazione “Nuovo Armenia” in comodato d’uso nel 2016 dal Comune di Milano: «Vogliamo costruire un centro con aree pedagogiche, conviviali, cinema, teso all’integrazione e alla valorizzazione delle persone straniere. Il percorso è molto lungo, ma ci stiamo provando con grande tenacia!».