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Putin positivo all’antidoping

Dispiace sempre, e non solo a chi segue lo sport, che un paese venga escluso dalle grandi competizioni come le Olimpiadi o i Campionati del mondo. In una situazione di guerre, di divisioni e di conflitti, le competizioni sportive hanno a volte consentito che atleti di paesi “nemici”, per esempio le due Coree, sfilassero con le loro bandiere gli uni vicino agli altri. Perciò dispiace che alle Olimpiadi dell’anno prossimo a Tokyo, e a quelle invernali di Pechino del 2022 la Russia sarà quasi certamente esclusa perché, in modo pervicace, con il consenso delle Federazioni, ha fatto uso di sostanze proibite, per ottenere da atlete e atleti delle vittorie sleali. Come è già successo nelle Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016, alcuni atleti russi “puliti” potranno partecipare ma solo a titolo individuale, con una bandiera neutra, cosa per certi versi ancora più mortificante…

Il doping è una pratica diffusa da tempo, anche tra i più giovani, in molti sport, perché bisogna migliorare sempre le prestazioni, essere competitivi, vincere, perché ci sono gli sponsor, perché quello che conta sono i soldi, perché per i soldi e il potere tutto diventa merce, tutto diventa lecito. E quando si scopre che c’è l’illecito, da parte di chi lo ha commesso lo si nasconde, lo si giustifica, si temporeggia, cercando di farla franca. Lo abbiamo visto tante volte soprattutto nel ciclismo (è quello che fa più notizia), anche se è vero che proprio nel ciclismo l’antidoping si è fatto più rigoroso, con la collaborazione delle Federazioni, dei medici e poco alla volta la situazione sta migliorando.

Quello che differenzia profondamente la Russia (e a suo tempo la Ddr, la Germania orientale, che ha sempre fatto incetta di medaglie) è il fatto che qui il doping è di Stato. Cioè sono le stesse Federazioni a impedire dei veri controlli da parte di organismi internazionali. Federazioni vuol dire Stato, vuol dire capo, vuol dire Putin… Il capo Putin ha tra l’altro un rapporto fisico, corporeo con lo sport, coltiva il mito del macho, si fa fotografare sul ghiaccio dell’hockey o a torso nudo con fucile imbracciato… ( in Italia ne abbiamo conosciuto un altro cui piaceva farsi fotografare a torso nudo a mietere il grano, non solo macho ma anche duce…) e se ci sono le notizie in contrasto con la linea ufficiale del partito, il capo si comporta come ai tempi delle “purghe” staliniane: chi critica può essere soltanto un pericoloso agente dell’imperialismo occidentale.

La sentenza di esclusione della Russia dalle Olimpiadi da parte del Wda (la Commissione internazionale antidoping) è indubbiamente più dura che in altri casi, ma è una durezza dovuta anche alla decisa volontà di impedire quello che è successo in passato: migliaia di atleti e atlete della Russia e della Ddr pagarono il prezzo della vita con la salute minata per sempre.