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Li creò maschio e femmina

È iniziato ieri il quarantesimo incontro dei Colloqui Ebraico Cristiani di Camaldoli. Il titolo scelto quest’anno è “Li creò maschio e femmina”: nessun essere umano in sé può essere considerato «umanità», se non nella relazione con l’altro da sé, ovvero nel suo essere dono per l’altro. La differenza tra maschile e femminile è uno degli elementi fondamentali della dimensione umana: storia e cultura hanno interpretato in vario modo il rapporto tra uomini e donne e anche le religioni si sono confrontate con esso. Il XL Colloquio ebraico-cristiano di Camaldoli vuole soffermarsi a riflettere su come ebrei e cristiani affrontino la differenza di genere; i diversi ruoli attribuiti a donne e uomini all’interno delle comunità di fede nei secoli; le questioni teologiche, liturgiche e tradizionali che emergono da una messa a tema di questo argomento. 

Come ogni anno i lavori sono stati inaugurati dalla consueta serata di apertura in cui si sono susseguiti gli interventi di Matteo Ferrari (monaco di Camaldoli) e Giuliano Savina (Direttore dell’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo – Cei).

Tra i vari temi toccati nella prolusione, è stato forte il richiamo all’amicizia, alla fraternità, all’ascolto reciproco, all’incontro e alla giustizia in tempi non facili come quelli che stiamo vivendo. Il riemergere delle destre ha portato con sé nuove e meno nuove forme di discriminazione, razzismo e antisemitismo.

Con i Colloqui di Camaldoli, ma non solo, siamo tutti e tutte chiamati ad essere e fare la differenza; a ritrovare il bello di essere discepoli in ascolto. Sin dalla loro origine i Colloqui si sono dati come priorità il desiderio di intraprendere e proseguire un cammino in cui ebrei e cristiani entrano in un dialogo a cui non si può (e non si deve) rinunciare, un dialogo fatto di dibattiti e confronti arricchenti, anche quando si vedono in contrapposizione o disaccordo; poiché solo così si combatte l’ignoranza che alimenta il pregiudizio e la discriminazione. Oggi come ieri cristiani ed ebrei sono chiamati ad entrare nella storia e nella realtà sociale per dare segni tangibili di speranza, speranza che un alternativa esiste.

Anche quest’anno, i lavori vedono la presenza di giovani provenienti da diverse realtà di fede e di diversa provenienza geografica.

Inoltre, durante la lettura dei saluti inviati da Piero Stefani (segretario dela SAE -Segretariato Attività Ecumeniche-) e del S. E. Rev. ma Card. Gualtiero Bassetti (Presidente della Conferenza Episcopale Italiana) sono state ricordate le principali tappe che nei diversi anni hanno guidato e segnato gli Incontri Ebraico Cristiani di Camaldoli. In fine un ringraziamento è stato fatto anche alla Facoltà Valdese di Teologia che si è resa parte attiva di questo cammino pluriennale.