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Ex richiedente asilo ordinato pastore della Chiesa di Scozia

Il sito della Chiesa di Scozia, la Kirk, riporta la bella storia della famiglia Arif.

Raheel Arif, sua moglie Humaira e i loro figli, Rhea e Roshaan, sono fuggiti in Scozia dal Pakistan nel settembre 2011 dopo che gli estremisti li avevano minacciati a più riprese a causa della loro fede. All’epoca era il vicepreside di una scuola secondaria di Peshawar, in parte gestita dallo Stato, e l’unico cristiano su uno staff di 52 persone. La gelosia e il sospetto erano dilaganti, ed il signor Arif afferma che qualcuno aveva ordinato un complotto contro di lui: i suoi cospiratori cercarono infatti di farlo arrestare per blasfemia. Non ebbero successo, ma una protesta vessatoria lo indusse a retrocedere al suo precedente ruolo di insegnante di biologia e i suoi persecutori rivolsero quindi la loro attenzione alla sua famiglia.

Nell’estate del 2011 il signor Arif portò moglie e figli in Scozia a far visita ad un suo cugino, già ministro della chiesa parrocchiale di Abbotsgrange, deciso a rimanere fino a quando le cose sarebbero tornate alla normalità. Ma quando tornarono a Peshawar due mesi dopo divenne subito chiaro che i suoi persecutori non li avrebbero mai lasciati in pace, così decisero di tornare in Scozia e chiedere asilo.

Arif, che è cresciuto in una famiglia cristiana ed era molto attivo nella sua chiesa locale in Pakistan e coinvolto nel lavoro missionario, ha dichiarato: «Vivevamo una buona vita a Peshawar. Avevamo una bella casa, ed io e mia moglie avevamo entrambi un buon lavoro, ma gli estremisti continuavano a minacciarci. È stata una situazione terrificante, orribile, ed avevo molta paura. All’inizio le minacce erano dirette solo a me e pensavo che le cose si sarebbero calmate nel tempo. Ma quando alcune persone sono venute a casa mia ed hanno minacciato la mia famiglia, sapevo che dovevamo andarcene. Avevo sentito le storie di come i non musulmani venivano uccisi dagli estremisti – massacrati con i loro corpi messi in sacchi e gettati nei campi».

Arif ha affermato che la famiglia ha presentato domanda di asilo il giorno in cui sono arrivati ​​a Glasgow e 18 mesi dopo hanno ottenuto lo status di rifugiati col permesso di rimanere per un periodo di cinque anni, che è poi stato esteso a tempo indeterminato.

Il suo primo lavoro in terra britannico fu commesso in un negozio, e poi assistente in una casa di cura. È stata la sua stessa famiglia a incoraggiarlo a prendere in considerazione la possibilità di candidarsi a un ministero pastorale. Si è dunque iscritto all’Highland Theological College di Dingwall nel 2015 e nel 2018 è arrivata la laurea. Arif ha in seguito svolto 15 mesi di prova presso la chiesa a Grangemouth, e ora ha ottenuto il ruolo di primo pastore della Denny Old Parish Church.

Arif ha raccontato che lui, sua moglie, suo figlio Rhea e la figlia Roshaan, che hanno rispettivamente 10 e 16 anni, adorano la Scozia e hanno richiesto la cittadinanza britannica. «È un paese incantevole e mi ricorda la mia provincia in Pakistan perché è simile in termini di paesaggio e clima», ha aggiunto.

Il pastore Arif ha dichiarato di essere molto grato alla Chiesa di Scozia per tutto il sostegno e la formazione. «Senza la chiesa questo viaggio non sarebbe possibile e sono molto fiducioso di essere stato messo sulla strada giusta per seguire la mia chiamata», ha aggiunto. «Sono un uomo molto ottimista e il cristianesimo è la religione della speranza, quindi dobbiamo fare del nostro meglio per raggiungere le persone nelle nostre parrocchie e pregare Dio».