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COP25 sul clima: «necessaria una risposta globale e multilaterale»

 Si è aperta ieri 2 dicembre a Madrid la COP25, Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, con l’obiettivo di adottare regole precise per l’attuazione dell’Accordo di Parigi sul clima sottoscritto nel 2015, che impegna i Paesi a ridurre le proprie emissioni a partire dal 2020, per stabilizzare le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera e per contenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali.

Per circa due settimane, la Conferenza riunirà migliaia di scienziati, uomini d’affari, rappresentanti istituzionali, organizzazioni non governative e governi di tutto il mondo che parteciperanno agli incontri ufficiali e alle negoziazioni dei paesi così come a presentazioni di relazioni scientifiche o eventi di ONG.

«Nonostante le evidenze scientifiche, e anche l’esperienza diretta, i Governi sembrano prigionieri dei tempi e dei modi della economia globalizzata e questo penalizza l’attuazione della parte dell’Accordo di Parigi che invita i Paesi ad indicare l’impegno in termini di mitigazione adattamento» ha detto Antonella Visintin coordinatrice della Commissione Globalizzazione e Ambiente (Glam) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei).

La Glam nasce per sensibilizzare le chiese sui problemi che l’ingiustizia economica e la distruzione della terra pongono al mondo, e in particolare alla fede cristiana, e dal 2001 lavora alla diffusione delle iniziative internazionali ed alla promozione di iniziative nazionali, il più possibile in ambito ecumenico, per sensibilizzare sul cambiamento climatico.

«Ricordiamo che l’Italia si presenta a Madrid con un simbolico Decreto clima che stanzia circa 350 milioni, in parte spalmati su più anni, che include corsie preferenziali per il trasporto pubblico locale, riforestazione urbana, educazione ambientale nelle scuole – che le associazioni fanno già da trent’anni! -, “green corner” nei negozi. La tassa sulla plastica probabilmente non passerà per non disturbare il mercato dell’usa e getta. La rimozione dei sussidi pubblici alle energie fossili non è neanche in agenda» ha proseguito Visintin.

La coordinatrice della Glam ha ricordato anche che nel corso dell’ultima sessione del suo comitato centrale, il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) ha espresso una dichiarazione sul clima in cui si sottolinea l’importanza di tenere insieme gli obiettivi di sostenibilità ed equità, e garantire che i costi della transizione verso un’economia a emissioni zero non siano sostenuti da coloro che hanno già poche risorse. In altre parole, non può esserci una vera transizione senza giustizia socio-economica.

«E’ necessaria una risposta globale e multilaterale alla sfida climatica» ha concluso Visintin.