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Ultimo corridoio umanitario dell’anno: oltre 1800 persone dal Libano in sicurezza e legalità

Mercoledì 27 novembre, alle 7 sono arrivati all’aeroporto di Fiumicino 113 profughi siriani dal Libano, grazie ai corridoi umanitari. 31 famiglie giunte in Italia in sicurezza e legalità attraverso l’iniziativa “targata” Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), Tavola valdese e Comunità di Sant’Egidio, in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri. Si tratta dell’ultimo corridoio umanitario del 2019.

Con loro sono oltre 2.700 le persone accolte e integrate in Europa con un progetto della società civile totalmente autofinanziato, nato in Italia, poi adottato anche da altri Paesi: più di 1.800 dal Libano, oltre ai circa 500 giunti in Francia, Belgio e Andorra.

I 113 nuovi profughi saranno accolti dalla rete di accoglienza della Diaconia Valdese, da associazioni, parrocchie e comunità in diverse regioni italiane: Scicli, in provincia di Ragusa,  presso la Casa delle culture, Napoli, in alcune cittadine in provincia di Torino, Reggio Calabria e Padova, tra le altre destinazioni.

All’aeroporto si è tenuta una conferenza stampa e il saluto a queste persone, con gli interventi di Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, Stefano Bettera, delegato dell’Unione buddista italiana e vicepresidente dell’Unione buddista europea,  Christiane Groeben, vice presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, la pastora Thesie Mueller della Tavola valdese.

La vicepresidente della Fcei ha dato il benvenuto ai nuovi arrivati e si è soffermata sulla centralità dell’esperienza dei corridoi umanitari, raccontando anche come questo modello sia stato replicato in altri paesi europei.

«I morti di Lampedusa dei giorni scorsi ci ricordano che se non allarghiamo e potenziamo i corridoi umanitari, migliaia di persone si affideranno alla violenza dei trafficanti. La nostra coscienza non può accettare questa strage silenziosa e per questo esprimo sostegno a chi a qualsiasi titolo salva le vite dei migranti, sia la guardia costiera che altri corpi dello Stato che le ONG» ha detto Groeben.

Anche Thesie Mueller ha espresso la necessità di aprire ai corridoi umanitari europei: «Troppe volte abbiamo lamentato il silenzio delle istituzioni comunitarie rispetto agli sbarchi e, in generale, al carico migratorio dei paesi più esposti, come Italia, Grecia, Spagna e Malta. Ora vogliamo sperare che ci siano le condizioni per aprire corridoi umanitari europei che liberino decine di migliaia di persone dalla trappola libica, da questo inferno di violenze, torture, stupri, come testimoniato da quanti riescono a scappare e a raggiungere le nostre coste».

Groeben e Mueller hanno  ricordato l’incontro organizzato dalla Federazione delle chiese evangeliche, la Tavola valdese e la comunità di Sant’Egidio a Bruxelles per 10 dicembre al parlamento europeo, insieme a una rete di chiese e associazioni ecumeniche,  per presentare ufficialmente un documento di lavoro.

«Per dirla con il linguaggio della Bibbia ha concluso Mueller – il talento dei corridoi umanitari non va messo sotto terra ma va speso per aprire nuove vie sicure  e legali a favore di profughi e richiedenti asilo».

Qui la scheda aggiornata con tutti i dati e le informazioni sui corridoi umanitari.