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«Dire Dio oggi», modi e linguaggi

È indubbio che negli ultimi anni la parola “Dio” ha conosciuto nel mondo occidentale alterne vicende, per cui nel secondo dopoguerra si è passati dall’idea di un ateismo trionfante all’esperienza paradossale degli “atei devoti” e alla crescita esponenziale dei movimenti carismatici. Oggi, infatti, si assiste ad un vivace dibattito a cui partecipano credenti e non credenti, tanto che si può parlare di una “rivincita di Dio”. Questo termine è stato reso celebre dal politologo francese Gilles Kepel, che, in un libro del 1991, La rivincita di Dio, ha posto la questione del ritorno della religione come forza politica sulla scena internazionale. Un ritorno che, secondo Kepel, avrebbe il suo attore principale nell’Islam, ma che caratterizzerebbe anche altre grandi religioni monoteistiche, come il cristianesimo e l’ebraismo. Il fenomeno messo a fuoco da Kepel consiste in un mutamento dell’esperienza religiosa tradizionale, sotto forma di un ritorno ai fondamenti, autentici o presunti, della religiosità stessa e comporta la ripresa del fondamentalismo.

A distanza di pochi anni, il sociologo tedesco Ulrich Beck nel suo fortunato libro Il Dio personale poteva sostenere che la forma contemporanea dell’esperienza religiosa assume una duplice configurazione: accanto all’emergere del fondamentalismo, si afferma una sorta di sincretismo religioso. Si assiste così all’emergere di un’esperienza della religione come bricolage spirituale affidato all’esperienza personale del singolo, un’esperienza che le Chiese tradizionali faticano a intercettare e a canalizzare in forme istituzionali codificate e che risponde a un bisogno diffuso di spiritualità e di ricerca di senso. 

Il Centro Culturale Protestante di Torino e il Centro Teologico si inseriscono in questo dibattito, organizzando un convegno sul modo in cui si dice e si pensa Dio nelle società contemporanee ed invitando oratori di un certo spessore. Il Convegno ha il titolo: «Dire Dio, oggi» e si terrà nei giorni Giovedì 28 e Venerdì 29 Novembre 2019 a Torino presso la Casa Valdese in corso Vittorio Emanuele II, 23.

Programma:

1. Giovedì (ore 9,30-12,30): La rivincita di Dio? (È possibile sostenere che la secolarizzazione ha come esito non la fine del religioso, ma l’inizio di una esperienza del rapporto con Dio sempre più personale e meno istituzionalizzata?). Relatori: Massimo Cacciari, Religione della secolarizzazione; Paolo Gamberini, Approccio post-teista al concetto cristiano di Dio; Bruno Karsenti, Actualité de la critique religieuse. Pour une histoire européenne des monothéismes.

2. Giovedì (ore 15-18): Dio tra religione e laicità (È davvero possibile sostenere che siamo in presenza di una rinascita del fenomeno religioso in Occidente e, più in generale, nel mondo contemporaneo? Quali forme assume questa rinascita?). Relatori: Giovanni Filoramo, C’è un futuro per Dio? Riflessioni in margine alla nuova spiritualità; Silvia Facchini, “Gli dei della città”: Secolarizzazione e umanizzazione; Gabriella Caramore, “Dio”: una parola in questione.

3. Venerdì (ore 9,30-12,30): Dire Dio: una sfida per i teologi? (In che modo la teologia cristiana è in grado di ripensare la nozione di Dio, in modo da rispondere alle modificazioni dell’esperienza religiosa sin qui descritte?). Relatori: Letizia Tomassone, La Sapienza chiama. Il femminile divino; Hans Martin Barth, Parliamo meno di “Dio”, parliamo di Gesù Cristo; Fulvio Ferrario, Dire Dio: l’inattualità provocatoria di Karl Barth.

4. Venerdì (ore 15-18) – Dio e l’istituzione (Le Chiese hanno al loro interno la capacità di modificare le loro forme istituzionali per intercettare le modificazioni dell’esperienza religiosa?). Relatori: Roberto Repole, La Chiesa come riflesso di Dio; Paolo Naso, Dire Dio nell’età post-secolare.

Il Convegno è aperto a tutti e tutte e la partecipazione garantisce dei crediti sia per gli iscritti a ruolo della Tavola Valdese che per gli studenti della Facoltà Valdese di Teologia.

La prospettiva di quello che dovrà essere l’annuncio cristiano, per parte protestate, nell’Europa del XXi secolo sarà affrontata dall’intervento di Fulvio Ferrario. Una prima parte del suo discorso sarà dedicata «alla parola “Dio”, presentata come precipitato delle narrazioni bibliche e, come tale, irrinunciabile e non sostituibile con concetti filosofici». Seguirà, nell’intervento, l’esposizione di quattro linee di forza di una predicazione possibile, corrispondenti a quattro tradizioni del cristianesimo evangelico, che sono state spesso storicamente in conflitto fra loro, ma portatrici, ciascuna, di istanze irrinunciabili: la tradizione della “teologia della parola”, quella pietista e risvegliata, quella liberale e quella critico sociale.