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Il silenzio non è un’opzione contro il populismo

Di fronte alle politiche esclusive e quelle che minacciano di frammentare la società e indebolire la democrazia in tutto il mondo, il silenzio non è un’opzione per i leader ecclesiastici e religiosi.

Questo è stato il messaggio chiave lanciato dalla Federazione luterana mondiale durante il lancio ufficiale dell’ultima pubblicazione intitolata «Resistere all’esclusione – Risposte teologiche globali al populismo». Il presidente della Flm, arcivescovo Panti Filibus Musa, e la vicepresidente, l’arcivescova Antje Jackelén, hanno presentato la pubblicazione nel corso di un evento tenutosi il 21 novembre scorso, che ha visto la partecipazione dei membri del Comitato esecutivo, e altri ospiti invitati.

Nelle sue osservazioni introduttive, Jackelén, che è una delle autrici del libro, ha riflettuto su quattro «P» che lei ha elaborato nel suo saggio «La leadership responsabile della Chiesa di fronte alla polarizzazione, al populismo, al protezionismo e alla post-verità». Aggiungendo il “patriarcato” come quinta componente, la vicepresidente della regione nordica e capo della Chiesa di Svezia ha invitato le chiese a contrastare le cinque P con una nuova narrazione di speranza e partecipazione, che includa il coraggio di parlare, pregare e agire.

I luterani – Jackelén ha osservato – sono chiamati ad essere buoni amministratori della tradizione e allo stesso tempo a concentrarsi sulla trasformazione della chiesa che «ha sempre bisogno di essere riformata» (semper reformanda). «Non si tratta di ciò che possiamo cambiare in seguito, ma di realizzare il senso profondo di essere trasformati, di essere immersi nello spirito del Vangelo».

Richiamando il documento di studio della Flm, «La Chiesa nello spazio pubblico», l’arcivescova svedese ha sottolineato la necessità di rafforzare la consapevolezza della chiesa come organismo globale che ha il compito di: favorire la partecipazione, costruire relazioni di fiducia, sfidare l’ingiustizia, scoprire segni di speranza e dare potere alle persone bisognose. Anche i partenariati con altre fedi o organismi laici sono fondamentali. «Non è facile essere resilienti quando si è soli; è molto più facile resistere quando sai che sei supportato sia dalla preghiera che dall’azione», ha aggiunto Jackelén.

Nel suo intervento, il presidente della Flm Filibus Musa ha affermato che essere chiesa nei tempi difficili di oggi «richiede che i leader della chiesa siano al contempo fiduciosi e coraggiosi per potersi opporre a qualsiasi tipo di propaganda che fa degli stranieri il capro espiatorio o, peggio ancora, li demonizza senza alcun riguardo per la loro umanità».

Musa ha osservato che la conversione e il rinnovamento costanti della chiesa richiedono l’assunzione di responsabilità per le proprie debolezze e inadeguatezze piuttosto che addossare la colpa sugli altri. Nel tentativo di difendere la giustizia e la speranza, ha affermato, «come persone di fede che apprezzano la verità e la fiducia, non siamo chiamati a urlare e a fare semplicemente rumore per attirare l’attenzione. Piuttosto, come leader della chiesa, siamo chiamati a dire la verità».

Il leader della Chiesa luterana di Cristo in Nigeria ha espresso apprezzamento per l’attenzione che nel libro è stata data ai contesti in cui i cristiani fanno fatica a parlare nello spazio pubblico a causa della retorica religiosa e dell’appropriazione indebita di altre tradizioni di fede. Ha espresso la speranza che la nuova pubblicazione della Flm possa contribuire a stimolare un movimento di leader religiosi che alzino la voce «contro le molte forze che mirano a infliggere danni alla società per i propri interessi e guadagni».