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I tifosi scozzesi del Celtic aiutano il Baobab Experience di Roma

Il preambolo: la squadra di calcio della Lazio va a giocare la trasferta della competizione Europa Leauge a Glasgow contro il Celtic. I tifosi accolgono i supporter italiani allo stadio con una gigantografia di Mussolini a tesa in giù e l’invito ai suoi seguaci a fare altrettanto, dopo che questi avevano sfilato per le vie della città scozzese con braccia tese nel saluto romano intonando le canzoni del ventennio o quella “Avanti ragazzi di Buda”, scritta da Pier Francesco Pingitore, l’ideatore del Bagaglino televisivo, diventata quasi un inno del partito Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che l’hanno utilizzata per esempio durante la recente visita del premier magiaro Viktor Orban proprio al convegno di FdI.

Dopo le proteste vibranti della nipote del duce, Alessandra, i supporter scozzesi hanno continuato nella loro sfida aperta a quello che considerano una tifoseria xenofoba. Al momento della partita di ritorno disputata a Roma lo scorso 7 novembre un gruppo di tifosi del Celtic ha voluto offrire un supporto concreto ai propri slogan anti-razzisti. La Green Brigade ha visitato il Baobab Experience che nella capitale dal 2015 ha supportato oltre 85.000 persone migranti con cibo, abbigliamento e servizi di alloggio per garantire che siano soddisfatte le esigenze più elementari delle persone e con la fornitura di assistenza legale e assistenza fisica e psicologica.

Da questo incontro è nata la volontà fra gli ultrà scozzesi di avviare una raccolta fondi destinata oltre al centro romano, anche a chi, in Scozia, svolge un ruolo analogo: lo Scottish Action for Refugees, l’Azione scozzese per i rifugiati, un’organizzazione benefica che sostiene le persone migranti a Glasgow. In particolare è stato creato uno spazio che offre aiuto e supporto ai rifugiati e ai richiedenti asilo per risolvere gli aspetti pratici al fine di avviare una nuova vita in un nuovo paese. In pochi giorni la raccolta fondi on line ha già superato i 15 mila euro.

Un gesto di solidarietà che si iscrive in pieno nella tradizione del club scozzese :il Celtic Football Club fu formalmente costituito in una riunione nella sala della chiesa di Santa Maria in East Rose Street (ora Forbes Street), nel quartiere di Calton, dal frate marista irlandese Walfrid il 6 novembre 1887, con lo scopo di alleviare la povertà nel East End di Glasgow raccogliendo fondi per l’organizzazione benefica che Walfrid aveva istituito, il Poor Children’s Dinner Table,  “Il tavolo da pranzo per bambini poveri”.  

Sul sito dei tifosi scozzesi si legge che dunque «è stato naturale, per noi che abbiamo ben chiaro di tifare per una squadra creata da immigrati a fini benefici, aiutare i migranti di oggi».

Del resto a Glasgow si trova un’altra squadra di calcio molto simile a quella delle origini del Celtic.

È un’organizzazione di beneficenza che si chiama United Glasgow Fc, creata nel 2011. Il suo obiettivo era, ed è, aiutare i rifugiati e i richiedenti asilo a integrarsi a Glasgow. A partire dal motto di “Unità nella comunità” è stata creata un team per rifugiati e richiedenti asilo con l’intenzione di fornire libero accesso alle attrezzature da calcio, ai campi e a tutto il sostegno di cui i rifugiati possano avere bisogno per aiutare a stabilirsi a Glasgow.

Oggi il club vanta tre squadre composte da oltre 200 persone migranti di 40 nazionalità differenti.

Sul sito ufficiale si legge che «I nostri due principi guida quando abbiamo iniziato il progetto erano l’anti-discriminazione e l’inclusione finanziaria. Mantenendo i costi al minimo assoluto e non addebitando nulla ai giocatori per le partite o gli allenamenti riusciamo a riunire individui di comunità che altrimenti non avrebbero probabilmente faticato a integrarsi e a incontrarsi, senza l’amore condiviso per il calcio».

Lo stemma sulle loro divise e sul sito web afferma con orgoglio “Refugees Welcome”, i rifugiati sono i benvenuti, così come benvenuti sono i membri delle comunità Lgbtqi.