istock-1090069692

Religioni e futuro, quali prospettive?

«Ebraismo, cristianesimo e islam nel futuro. Verso un’ecumene, casa comune, o una globalizzazione di squilibri e paure?»

Il titolo del convegno che si terrà a Trieste venerdì e sabato prossimi (vedi programma al fondo) contiene tutti gli elementi salienti del dibattito. In particolare, vuole sottolineare la discrepanza tra un mondo che da un lato stimola (potremmo dire obbliga) a relazioni sempre più strette fra paesi e culture, in ambito commerciale, per esempio, ma dall’alto assiste a una chiusura e un irrigidimento su identità storiche, culturali e religiose non sempre fondate. 

Partendo dall’esperienza dell’Impero romano, che (si legge nella bruchure dell’evento) «aveva riunito popoli e civiltà nel mondo allora conosciuto e abitato (ecumene) e aveva poi trovato nel cristianesimo il suo collante religioso, ci si chiede quale possa essere oggi l’evoluzione della pluralità di esperienze ravvicinate, in cui non mancano conflittualità».

Si confronteranno quindi i punti di vista di diverse religioni (cristianesimo, ebraismo e islam) negli interventi di Paolo Ricca, docente emerito della Facoltà valdese di Teologia di Roma e pastore (Il messaggio universale delle Chiese cristiane); Raniero Fontana, teologo ed ebraista (Israele e gli altri); Nader Akkad, imam e ricercatore (Fratellanza umana e Umma islamica); Athenagoras Fasiolo, archimandrita (L’ecumene oggi e l’ortodossia) e Luigi Sandri, scrittore e redattore della rivista Confronti (Francesco, un pontificato drammatico).

A organizzare il convegno, che si terrà nella chiesa metodista e nell’aula luterana, il Centro studi Albert Schweitzer che da diversi anni organizza iniziative culturali, come ci spiega il vicepresidente del consiglio direttivo, Gianfranco Hofer: «In effetti siamo al 24° convegno, di cui Riforma pubblica sempre un breve abstract. Una decina di volte abbiamo pubblicato gli Atti (normalmente per l’editore Gabrielli). Per lo più i convegni sono stati interconfessionali, in questi ultimi anni interreligiosi; quello di quest’anno conclude un ciclo triennale sul fondamentalismo nelle religioni, sul futuro delle religioni oltre la secolarizzazione e appunto su “ecumene, casa comune o globalizzazione selvaggia”». 

Il Centro Schweitzer è espressione delle chiese storiche evangeliche cittadine (valdesi, metodisti, luterani), spiega Hofer,«ma è aperto a chi abbia interesse per le tematiche discusse (teologiche, storiche, etiche, sociali) per cui sono iscritti anche cattolici o non appartenenti a chiese. Oltre al convegno si organizzano conferenze, seminari, viaggi culturali e pubblicazioni. Il Centro  ha la sede legale presso la chiesa valdese e la segreteria presso la chiesa luterana della città, le attività sono svolte negli ambienti delle chiese, frutto di collaborazione  e per una loro visibilità cittadina». 

La sua presenza nella città infatti ha un valore culturale rilevante: «Il centro è sorto per far sentire in città anche la presenza culturale e teologica protestante, che a Trieste è ininterrotta da metà Settecento, e desta interesse in città in quanto normalmente una buona metà dei partecipanti a convegni e conferenze non appartiene alle nostre comunità». 

Programma

Venerdì 22 novembre

Alla chiesa metodista (scala dei Giganti 1), alle 16,30 saluti di Anna Rossi Illy, presidente del Centro; introduce Aleksander Erniša, pastore della Chiesa evangelica luterana di Trieste e membro del direttivo del Centro; coordina Gianfranco Hofer.

Interventi di Paolo Ricca e Raniero Fontana, segue dibattito e domande dal pubblico.

Sabato 23 novembre

All’aula luterana (via s. Lazzaro 19, I piano) alle 9,30 introduce Dieter Kampen, pastore delle chiese evangeliche metodista e valdese, membro del direttivo del Centro, con sintesi dei lavori del giorno precedente.

Interventi di Nader Akkad, Athenagoras Fasiolo, Luigi Sandri. Segue spazio per interventi e domande, conclusione dei lavori prevista per le 13. Ingresso libero.

Altre informazioni sul Centro e le sue attività sul sito Triestevangelica.