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A scuola di futuro

Immaginare il futuro è una prerogativa del genere umano. Si può dire che l’utopia, il sogno e l’orizzonte di un futuro migliore siano un vero e proprio motore per l’agire umano. Su queste premesse si fonda il concetto del Future Lab, un laboratorio pensato per raggiungere due obiettivi concatenati fra loro: da un lato si punta a rilevare le problematiche e i bisogni non soddisfatti di un territorio, dall’altro si mira ad attivare le persone e renderle protagoniste del cambiamento.

Tale metodologia sarà proposta nel corso dei prossimi mesi nelle valli del Pinerolese e nella Val Susa nel contesto del Programma Territoriale Integrato denominato Cuore delle Alpi, finanziato nell’ambito dei progetti Interreg Alcotra 2014/2020, realizzato con lo scopo di rendere la montagna un luogo più funzionale, accessibile e attrattivo. I pilastri su cui si fonda il percorso sono l’innovazione imprenditoriale dedicata al turismo di montagna, la resilienza intesa come prevenzione dei rischi naturali, la mobilità sostenibile e l’inclusione sociale. Il programma vede coinvolti per il versante francese il Syndicat du Pays de Maurienne, capofila del progetto, le Communauté de communes du Briançonnais, dei Pays des Ecrins, di Porte de Maurienne, di Maurienne Galibier. Città metropolitana di Torino è invece fra i partner italiani con Città di Pinerolo, Gal escarton Valli valdesi, Unioncoop e Cna. Il territorio metropolitano direttamente coinvolto è quello geograficamente compreso nelle Unioni montane Comuni olimpici Via Lattea, Val di Susa, Val Sangone e Pinerolese.

Il Future Lab viene presentato mercoledì 20 novembre a Bussoleno, presso la sala consiliare: si tratta di un appuntamento seminariale, nel corso del quale i sociologi specializzati sul tema del futuro Vincenza Pellegrino, Filippo Barbera e Alberto Robiati illustrano le modalità e gli obiettivi di un metodo nato oltre trent’anni fa ed applicato finora soprattutto nel nord dell’Europa, in particolare in Germania. Nei prossimi mesi, indicativamente dalla fine di novembre fino al marzo dell’anno prossimo, il laboratorio verrà portato sui territori delle valli Chisone, Germanasca, Pellice e Susa «L’idea di base – spiega Davide Paschetto, direttore dell’ufficio Giovani e Territorio della Diaconia Valdese, partner del progetto – è di stimolare una cittadinanza attiva per migliorare i luoghi in cui viviamo: questo obiettivo è perseguito attraverso un percorso che coinvolge sia la sfera razionale che quella emotiva».

Il laboratorio si articola in tre fasi, in un percorso a suo modo dantesco, che dalla distopia porta alla realizzazione di proposte concrete per migliorare i territori di riferimento. «La prima fase viene definita della catarsi – spiega Paschetto – e consiste nell’individuare le problematiche del territorio di riferimento portandole ipoteticamente alle estreme conseguenze, andando così a creare quelle distopie che saranno la base per le fasi successive».

Il percorso prosegue con il tentativo di ribaltare questi scenari catastrofici trasformandoli nel loro equivalente opposto, vale a dire l’utopia. «Si tratta della fase che presuppone il maggior grado di partecipazione attiva», spiega Paschetto. «Partendo dalle distopie costruite nel passaggio precedente si tenta di immaginare le soluzioni necessarie a scongiurare questi scenari apocalittici, senza la preoccupazione che tali soluzioni siano o meno praticabili. Si tratta dell’utopia, per definizione irrealizzabile, ma necessaria a crearsi un orizzonte ideale che guidi l’azione pratica».

Infine il laboratorio si conclude con l’elaborazione di soluzioni praticabili ispirate dalle utopie realizzate nella tappa precedente «In questa fase, detta della transizione – racconta Paschetto – si tenta di tradurre le utopie in progetti concreti e realizzabili. In questa ultima tappa del percorso è molto importante che siano presenti anche le istituzioni locali che detengono gli strumenti necessari alla realizzazione di azioni concrete per rispondere alle esigenze manifestate dalla comunità».

Il Future Lab è già stato proposto all’inizio dell’estate dell’anno scorso in Val Pellice nell’ambito del progetto Giovani Protagonisti organizzato da Giovani e Territorio della Diaconia Valdese e dal Comune di Torre Pellice. «L’esperienza dell’anno scorso – ricorda Davide Paschetto – ci ha dimostrato la validità di questo metodo: la riattivazione di alcuni partecipanti ha portato loro a credere come possibili aspetti che, fino a poco prima, venivano percepiti come irrealizzabili e ha dato il via a un circolo virtuoso nel quale i cittadini sono riusciti, attraverso gli strumenti a loro disposizione, a farsi interlocutori credibili e concreti nei confronti delle amministrazioni locali di riferimento».