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Venezia, i danni alla chiesa e alla foresteria valdese

Il giorno dopo l’alta marea da record, che ha riportato prepotentemente al centro delle cronache il tema della tutela dell’area della laguna di Venezia, è il momento della conta dei danni e delle maniche arrotolate per lavorare al meglio al ripristino di quanto finito sott’acqua.

La chiesa valdese è presente nel capoluogo veneto con il tempio e la Foresteria in sestiere Castello 5170, nel bellissimo palazzo Cavagnis, oramai da oltre 150 anni.

Da Mara Bounous, responsabile della Foresteria veneziana apprendiamo le problematiche che hanno riguardato le strutture, ma partiamo dalle persone: «Le persone stanno bene; i dipendenti sono stati in contatto whatsapp per gran parte della nottata e al mattino sono venuti al lavoro affrontando non pochi inconvenienti in una città che è devastata».

Quindi i locali: «Nel tempio il livello raggiunto dall’ acqua all’interno era di 60 cm; panche rovesciate, alcuni arredi rotti o scheggiati, blackout dell’impianto elettrico e termico. La Bibbia si è rovesciata in acqua dal tavolo della Santa cena». L’appello per amici e membri di chiesa che ne hanno la possibilità è quello di «ritrovarsi, a meno di nuovi picchi di alta marea, domani venerdì 15 novembre dal primo pomeriggio, per lavare con acqua dolce , asciugare e curare ciò che si è danneggiato in chiesa. Anche eventuali offerte saranno utili per riparare ciò che non si potrà salvare. Ora l’acqua è defluita e speriamo che con le prossime maree non invada nuovamente il locale, siamo in allerta fino a venerdì».

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La Foresteria è rimasta operativa giorno e notte e accoglie i numerosi ospiti al suo interno, ma anch’essa ha patito un allagamento totale assai rilevante in alcuni dei suoi spazi, «I danni in Foresteria sono relativi a 2 caldaie (ma 1 resiste), un paio di centraline, l’ascensore e ovviamente ai materiali che erano riparati in deposito e che sono stati inondati nonostante si trovassero in alto negli scaffali».

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Decine di messaggi di saluto, incoraggiamento e affetto da tanti membri di chiesa, amici e amiche della Foresteria e della comunità metodista e valdese veneziana di fronte a un evento certamente catastrofico, che ha messo il 90% della città sottìacqua, ma le cui responsabilità vanno ricercate fra gli uomini più che fra gli accidenti atmosferici.