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Nigeria. Fermare il “genocidio ambientale”

L’arcivescovo anglicano di York, John Sentamu, ha chiesto un’azione urgente per fermare le fuoriuscite di petrolio che stanno devastando le popolazioni dello stato di Bayelsa in Nigeria.

L’arcivescovo Sentamu ha definito le azioni delle compagnie petrolifere operanti nel Delta del Niger “un vero e proprio genocidio ambientale”. «Circa 40 milioni di litri di petrolio finiscono nel delta del Niger ogni anno, otto volte più di quanto viene versato in America, che è il più grande produttore e consumatore di petrolio al mondo», ha affermato Sentamu.

Le dichiarazioni seguono la pubblicazione di un rapporto provvisorio (la relazione finale verrà pubblicata all’inizio del 2020) della Commissione petrolifera e ambientale dello Stato di Bayelsa, presieduta proprio da Sentamu, che è stata istituita per indagare sui danni ambientali e umani causati dalle compagnie petrolifere e per analizzare la legislazione che disciplina le operazioni estrattive delle multinazionali petrolifere nello stato di Bayelsa. Bayelsa è la regione in cui il petrolio fu scoperto per la prima volta in Nigeria negli anni ‘50.

Pochi paesi hanno sofferto di più per l’inquinamento da idrocarburi della Nigeria. Alcuni sversamenti sono causati da guasti alle attrezzature e altri da sabotaggi. Nell’ultimo mezzo secolo sono stati versati fino a 10 milioni di barili di petrolio in tutto il paese. Ciò equivarrebbe a uno sversamento delle dimensioni della catastrofe di Exxon Valdez, la petroliera che nel 1989 disperse in mare 40,9 milioni di litri di petrolio, devastando la costa dell’Alaska.

«Si stima che le conseguenze delle fuoriuscite di petrolio nel Delta del Niger potrebbero uccidere ogni anno circa 16.000 bambini entro il loro primo mese di vita», ha affermato l’arcivescovo. «Il nostro ambiente non conosce limiti. Siamo tutti cittadini globali. Non sarebbe mai accettabile provocare tale devastazione ambientale in Europa o in America, e di conseguenza non dovrebbe mai essere accettabile in Africa o in Sud America. Oggi le compagnie petrolifere hanno l’obbligo morale di mantenere gli stessi elevati standard ambientali ovunque operino, non è ammissibile continuare consapevolmente un genocidio ambientale contro la gente che vive in luoghi come il Delta del Niger».

Intervenendo alla pubblicazione della relazione provvisoria, il governatore dello stato di Bayelsa, Henry Seriake Dickson, che ha istituito la Commissione, ha dichiarato: «Sono grato all’arcivescovo, ai commissari e alla comunità globale per aver messo in evidenza sulla scena mondiale questa ingiustizia che dura da tempo. La Commissione ha finalmente dato voce a tutti gli uomini, le donne e i bambini di Bayelsa che hanno lottato per oltre mezzo secolo con quello che può essere considerato un terrorismo ambientale».

In foto l’arcivescovo John Sentamu (credits: Holy Trinity Hull)