ivf-1514174_960_720

La proposta di legge sulla bioetica del governo francese

Il 15 ottobre l’Assemblea Nazionale francese ha approvato il progetto di legge sulla bioetica.

Il responso della camera bassa è stato molto netto: 359 i voti favorevoli, 114 contrari e 72 astensioni. Ora il testo passerà al Senato, dove il dibattito dovrebbe iniziare a gennaio, anche se già si è costituita una commissione apposita.

Si tratta di un disegno di legge molto articolato e che ha sollevato non poche polemiche, soprattutto dagli ambienti conservatori. Il dibattito si è concentrato in particolar modo sul primo articolo del progetto di legge, quello che tratta della procreazione medicalmente assistita (Pma), mentre, per quanto importante, è stato tralasciato il resto del testo. L’articolo 1 comporta l’apertura della possibilità di accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita anche a donne single o donne in coppia omosessuale.

Il punto delle critiche sta proprio qui, nel cambio di paradigma che il progetto di legge propone. «In realtà – spiega Ilenya Goss, membro della Commissione Bioetica delle Chiese valdesi, metodiste e battiste – all’interno dell’Unione Europea alcuni Paesi avevano già modificato questo tipo di regole. Per esempio Portogallo, Spagna, Irlanda, Belgio, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca, ma sono dieci in tutto gli Stati che già hanno una legislazione che permette a donne single o a donne in coppia omosessuale di accedere alla Pma. Altri Paesi la prevedono per donne single ma non per donne in coppia in coppia omosessuale. Per esempio, Ungheria, Austria e Malta dicono sì all’accesso alla Pma per le coppie di donne omosessuali e non la consentono ai single. Già da questi dati si vede che c’è una situazione diversificata anche all’interno dell’Unione Europea».

Attualmente in Francia la Pma, in particolare quella rimborsata dallo Stato, è consentita solo per coppie eterosessuali, e da qui la volontà di estendere questo diritto. Nel momento in cui cambia la società, la legge dovrebbe rispettare e seguire le trasformazioni. Ma non tutti sono d’accordo. La destra, innanzitutto, che sostiene che una “Pma senza padre” non debba essere consentita. Anche gli ambienti cattolici si sono detti molto contrari: il loro appoggio e la loro partecipazione alla grande manifestazione del 6 ottobre a Parigi sono stati un forte segno di questa opposizione.

«A quella manifestazione hanno partecipato anche alcuni protestanti francesi perché anche nella componente protestante una legge di questo tipo suscita un forte dibattito», racconta Ilenya Goss. «Una parte dei fedeli e una parte dei pastori ha sicuramente una posizione etica molto liberale e dunque vede positivamente questo disegno di legge, proprio in nome di questa libertà dell’utilizzo delle risorse tecniche e scientifiche in nome di progetti di famiglia anche diversi da quelli a cui tradizionalmente siamo abituati. C’è una parte invece decisamente più conservatrice e più prudente che si attesta su posizioni anche molto vicine a quelle che ha preso la Chiesa cattolica».

Al di là delle opposizioni, quindi, alcuni sondaggi condotti prima della votazione dell’Assemblea Nazionale mostrano come circa il 60% della popolazione francese sia favorevole all’estensione della procreazione medicalmente assistita a tutte le donne. In Italia dal punto di vista normativo queste materie sono regolamentate dalla Legge 40 del 2004 che, per quanto considerata problematica sotto diversi aspetti, non sembra essere al centro del dibattito politico, né è in vista una sua messa in discussione. La Commissione Bioetica delle chiese valdesi, metodiste e battiste ha allo studio un documento relativo a queste tematiche. «Vediamo bene che ci siano delle leggi che garantiscano a tutti dei diritti e soprattutto che garantiscano diritti anche a persone che hanno una visione etica diversa o che hanno un credo diverso. Per noi è un elemento importante della libertà. Il documento naturalmente dovrà avventurarsi anche sul piano dell’etica, che in questo momento appare molto spinoso», conclude Ilenya Goss.