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Prendersi cura reciprocamente

I figli d’Israele dissero a Samuele: «Non cessare di pregare per noi il Signore, il nostro Dio, affinché ci liberi dalle mani dei Filistei»
I Samuele 7, 8

Confessate dunque i vostri peccati gli uni agli altri, pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti; la preghiera del giusto ha una grande efficacia
Giacomo 5, 16

Nella società individualista di oggi, si considera poco elegante parlare di se stessi, dei fatti della vita privata ad altre persone che non siano figure professionali a cui ci si rivolge per chiedere aiuto in determinate situazioni. Al contrario, Giacomo invita i credenti a confessare i peccati gli uni agli altri. Non si tratta di una confessione da fare a una particolare figura professionale,che hail diritto esclusivo di confessare e di assolvere, ma a un altro credente in Cristo, un fratello o una sorella nella fede. 

La confessione reciproca ordinata da Giacomo permette, prima di tutto, di affrontare il proprio orgoglio sul campo, chiedendo l’intervento di un’altra persona per essere aiutati a deporre il pesante fardello dei propri peccati davanti a Dio e ricevere da lei una parola di consolazione da parte Dio, che in Cristo ha perdonato ogni nostro peccato e vuole che ci convertiamo a Lui con tutto il nostro essere e obbediamo alla Sua volontà. 

A tale confessione è legata una grande promessa: la confessione dei peccati ricostruisce il nostro rapporto con Dio e con gli altri, ossia le vittime dei nostri errori e sbagli, permettendo di camminare insieme sulla via della guarigione reciproca e di ricevere le benedizioni di Dio nella nostra vita. 

Giacomo mette la confessione in rapporto alla preghiera di intercessione: aprire il proprio cuore a un’altra persona e liberando la propria coscienza dal peso dei torti commessi,vuol dire poter contare sulla sua preghiera e contemporaneamente mostrarsi disponibile a pregare per lui; un modo di prendersi spiritualmente cura reciprocamente, portando i pesi gli uni degli altri.