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L’infanzia a rischio nell’ultimo rapporto di Save the Children

La presentazione de “Il Tempo dei Bambini. Atlante dell’infanzia a rischio”, Save the Children 2019, a cura di Giulio Cederna, si è svolta in dieci città italiane in contemporanea, per suscitare dibattito in diverse regioni. A Torino, lunedì 21 ottobre, è stato commentato nella Sala delle colonne, alla presenza della vice-sindaca Sonia Schellino e di numerosi autorevoli esperti. La fotografia aggiornata dell’infanzia e dell’adolescenza nel nostro Paese, ha fornito dati e grafici, di volta in volta aggregati secondo angolature tematiche diverse, che hanno raccontato l’Italia “ad altezza di bambino” fornendo mappe analitiche sugli effetti della crisi, sui ritardi della politica e sulle cecità degli adulti rispetto alle crescenti disuguaglianze e povertà nelle tante periferie. 

Nel decennale il curatore ha però provato a riannodare i fili fornendo una triplice visuale. 1) Il “tempo nuovo” della mobilitazione giovanile che in questi mesi rappresenta una vera e propria novità antropologica  – su scala locale, nazionale e globale – perché pone al centro, come mai era accaduto prima, la questione della giustizia climatica e l’urgenza del cambiamento, ma anche la corretta informazione e la conoscenza scientifica per un futuro che affronti il contrasto alla povertà educativa attraverso la promozione della lettura finalizzata all’educazione in un mondo che cambia: il sistema economico produce benessere ma anche tanti squilibri e diseguaglianze. 2) Il “tempo perduto” che ci ricorda i ritardi e le occasioni mancate nel cercare di innovare le politiche per migliorare le condizioni di vita dei minori e delle loro famiglie che in diverse regioni italiane hanno subito un grave peggioramento negli ultimi anni. L’Atlante si avvale di indicatori che forniscono un approfondimento circa il calo della natalità, le difficoltà dei minori stranieri a cominciare dal diniego della cittadinanza, la presa in carico dei bambini nei servizi della prima infanzia, la dispersione scolastica, la partecipazione ad attività culturali, la disoccupazione e l’oblio dei giovani, le politiche abitative e l’emergenza sfratti, tanto per citarne alcuni. Su tutti, il focus più importante è quello sulla povertà minorile che colpisce duramente in tante regioni, specie al sud, da più di vent’anni. Ne esce un’Italia divisa in due fin dalla primissima infanzia: la crisi economica ha finito per gravare proprio sui minori, in un periodo strategico della loro crescita personale, mortificando le loro aspirazioni, e questo prezzo altissimo verrà pagato per anni dalla collettività. Tra il 2008 e il 2014 si passa a un milione e duecentomila bambini in povertà assoluta. Il tempo perso avrebbe invece potuto mitigarne gli effetti attraverso politiche e risorse per le famiglie che più avevano bisogno. 3) Il “tempo ritrovato” dell’infanzia grazie alle tante esperienze, iniziative e progetti messi in campo della cosiddetta comunità educante – un termine tecnico suggerito dalla sociologa Chiara Saraceno, che è intervenuta alla presentazione torinese – che spesso vedono la collaborazione di università, centri di ricerca sociale, associazioni, centri sportivi, patti di collaborazione per il bene comune che tentano di dar voce alla protesta e al contempo alla proposta, mostrando che un’altra Italia è possibile, attraverso il rilancio delle politiche educative per l’infanzia.

Colpisce la metodologia dell’Atlante che fornisce i dati più recenti selezionati da fonti affidabili e scientifiche insieme ad analisi qualitative, interviste in profondità, sopralluoghi sul campo e, soprattutto, ascolto dei minori. Colpisce inoltre la leggibilità del rapporto che fa uno sforzo di divulgazione indirizzato soprattutto a insegnanti, genitori, nonni, educatori, politici. L’aspetto però più significativo dell’Atlante è il fatto che i dati sono georeferenziati: considerato che il nostro Paese è caratterizzato da profonde differenze interne, non solo tra regioni ma anche tra centro e periferie, e tra periferie e periferie, il sistema informativo GIS  ha permesso di realizzare analisi e rappresentazioni cartografiche, disinnescando la trappola del dato medio che spesso nasconde le difficoltà e i problemi. Ne è emersa una geografia sociale del Paese estremamente dettagliata che permette di individuare i fattori di rischio (economici, sociali, politici e culturali) e la multidimensionalità dei fenomeni. È anche possibile condividere le mappe nelle scuole, sperimentando possibilità didattiche interdisciplinari e mettendo in gioco capacità progettuali dei minori che sono più orientate al futuro di quelle degli adulti, intrappolati in un presente continuo che rischia di avvolgersi su se stesso. 

E allora, che sia il “Tempo dei Bambini” che ci chiedono di tornare ad apprendere, in momenti di crisi, riaffermando il ruolo della comunità educante, per tutti. Rompendo il circolo vizioso, restituendo diritti ai bambini e democrazia alla società.

Per scaricare l’Atlante: https://s3.savethechildren.it/public/files/uploads/pubblicazioni/x-atlante-dellinfanzia-rischio-il-tempo-dei-bambini_2.pdf