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Quale futuro per l’ecumenismo?

«Di cosa hanno bisogno le chiese oggi? Cosa il mondo chiede alle nostre chiese?»s’è domandato il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese, Olav Fykse Tveit (Cec) affrontando lo scorso 28 ottobre il tema dell’educazione teologica, ecumenica e istituzionale, titolo con il quale si è deciso di aprire la consueta riunione semestrale della Commissione per l’educazione e la formazione ecumenica. Commissione si è riunita al Centro teologico di Bossey di Ginevra (Svizzera) e che lavorerà sino al primo di novembre. 

L’agenda prevede discussioni sull’insegnamento dell’ecumenismo e sui futuri contributi che s’intenderà apportare in occasione dell’Undicesima Assemblea del Cec prevista a Karlsruhe in Germania nel 2021.

«Mentre ci prepariamo per l’Undicesima Assemblea è tempo per tutti noi di riflettere e riferire su ciò che abbiamo fatto, ma anche di indicare ciò che dev’essere ancora fatto», ha aggiunto Tveit. «L’educazione e la formazione ecumenica sono al centro dei nostri sforzi per condividere con la futura generazione la visione del movimento ecumenico», ha affermato Tveit.

Per il moderatore della commissione Rudolf von Sinner «Uno dei momenti più salienti dell’incontro del 2019 è insito proprio nel focus della discussione: ossia sul come e sul quanto l’educazione ecumenica possa effettivamente rispondere alle domande di oggi. Per proporre una buona educazione teologica, ecumenica è necessario equipaggiare, alimentare, potenziare le azioni rivolte alle nostre chiese. E muoversi attraverso un buon uso della conoscenza», ha affermato von Sinner.

All’apertura dell’incontro Esther Mombo, co-moderatora della Commissione, ha onorato la memoria del prof. John Samuel Mbiti, filosofo e scrittore cristiano di fama mondiale che ha ricoperto l’incarico di direttore dell’Istituto ecumenico di Bossey dal 1974-1980.