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Gli oppositori al matrimonio per tutti in Svizzera escono allo scoperto

Tenuto nel più grande segreto, l’incontro si è tenuto lunedì 21 ottobre nella chiesa riformata di Hirzenbach, nella città di Zurigo. Circa 60 pastori riformati provenienti da tutta la Svizzera si sono riuniti per esprimere la loro opposizione alla celebrazione di matrimoni religiosi per coppie dello stesso sesso, su cui i delegati della Federazione delle Chiese protestanti della Svizzera sono chiamati a esprimersi il 4 novembre. In questa occasione, hanno adottato una dichiarazione teologica comune intitolata “Non avete letto …?” (Mt 19: 4), «perché non accettiamo l’approccio e le dichiarazioni delle principali autorità ecclesiastiche nel quadro della discussione sul “matrimonio per tutti”».

Lo scopo della manovra? «Vogliamo inviare un messaggio di protesta ai leader della Chiesa», afferma Lukas Zünd, pastore della Chiesa riformata evangelica di Zurigo. «Oggi ci troviamo di fronte a una forma di dittatura ideologica, nel senso di una teologia liberale, secondo la quale l’omosessualità corrisponde alla volontà di Dio. Gottfried Locher (il presidente del Consiglio della Federazione delle chiese protestanti) hapersino affermato, il 17 agosto su TagesAnzeiger che non si potrebbe fare diversamente». Sebbene il voto del 4 novembre non sarà vincolante per le chiese cantonali, un sì dall’assemblea dei delegati sarebbe un segnale forte che alcuni non possono accettare. «La posizione di Gottfried Locher ha irritato e preoccupato molti cristiani riformati. Si sentono spinti ai margini», continua Lukas Zünd. «Molti cristiani nelle chiese riformate hanno in programma di di cercare la loro dimora spirituale altrove. Vogliamo mostrare loro che non sono soli».

Per il teologo Peter Schmid, membro del Sinodo di Zurigo, è urgente «considerare gli effetti a lungo termine» che l’apertura del matrimonio ecclesiastico avrebbe per le coppie dello stesso sesso. «Tale decisione demotiverà un numero molto elevato di membri attivi e impegnati nelle nostre chiese cantonali. Inoltre, minerebbe le relazioni ecumeniche, dal momento che la Chiesa cattolica romana, la stragrande maggioranza delle chiese ortodosse e degli evangelici mantiene la posizione tradizionale riguardo al matrimonio».

Parallelamente a questa azione, il movimento svizzero di lingua francese “Rassemblement pour un renouveau réformé” (R3) chiede che l’Assemblea non affronti la questione. 

Anche Martin Hoegger del Cantone di Vaud ha partecipato alla manifestazione “dei resistenti”, come si definiscono. «Molte persone sono rimaste sorprese dal fatto che la Federazione voglia prendere una decisione così in fretta, anche prima che le Camere si pronuncino sul piano civile», afferma. «Sono sorpreso da questa corsa». Il dibattito in vista del 4 novembre si presenta acceso.

(Adattamento Protestinfo)