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Il Sacro e la Polis

L’accusa alle religioni di contenere soltanto bugie, o semi di violenza, o essere al servizio dei potenti di turno (tutte accuse in parte giuste) risuona nella nostra cultura occidentale per secoli, ma cambia oggi di fronte all’evidenza del fenomeno religioso e della secolarizzazione. Per tagliar corto: da un lato abbiamo fanatismo, dall’altro disinteresse. Che cos’è allora la religione e qual è il suo rapporto con la politica? È un tema che interessa da tempo anche vari enti internazionali. Al quesito ha dato risposta il convegno «Il sacro e la polis. Coniugazioni» svoltosi presso le università statali Milano e Vercelli (16-17 ottobre 2019), di cui diamo qui un breve riassunto sulla base dei nostri appunti. 

Sono proprio le accuse che sollecitano l’approfondimento del fenomeno religioso: la critica ben intesa promuove il proprio oggetto e lo fa diventare interessante. Smuovendolo, ne ritrova il fondamento. In secondo luogo: non c’è religione senza che ci siano i suoi seguaci che formano un corpo sociale. Di qui la religione riverbera per forza già nel politico. Che cosa resta a questo punto dell’origine stessa della religione, o del suo fondamento originario? L’origine si perde nel suo diventare stato oppure che rapporto migliore si può manifestare tra ciò che sta all’origine e ciò che viene dopo? C’è qui una rottura da salvaguardare anche in ogni buona intenzione di continuità rispetto al nucleo – oppure esiste una via da percorrere, via che attraverso la continuità sacrale rende possibile un approccio fruttuoso al nucleo stesso della religione? 

Emergono due risposte: da un lato chi, a partire dalla demolizione del sacro, ne rivendica l’importanza e ne cerca l’autenticità (come fecero in molti; per esempio, se vogliamo, Lutero e Calvino); dall’altro chi, a partire dal sacro, ne rivendica e ne ricerca le tracce nella santità concreta di persone «sante» o in loro atteggiamenti «religiosi» (come fecero in parte i Protestanti dopo la Riforma, e i Cattolici nel Concilio di Trento). Sino ad oggi la segreta presenza del sacro viene in parte salvaguardata proprio dalla segretezza, dalla «indisponibilità», mentre dalla parte opposta si ricorda che le testimonianze oggettive del sacro (per esempio nella Sacra Scrittura, nell’arte, o nella santità delle persone) non possono essere trascurate. Su questo ampio spettro si muovono le discussioni. Nella politica poi si deve comprovare una propensione per l’una o per l’altra posizione. 

Diritto, politica, filosofia, religione, nelle forme individuali e collettive, hanno animato un convegno ricco di spunti. Qui si è voluto evidenziarne alcuni aspetti, attraverso i pensieri di chi ne ha seguito in parte i lavori.