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Timori per i cristiani siriani nordorientali

Open Doors, Organizzazione non governativa che aiuta in tutto il mondo i cristiani perseguitati  a causa della loro fede, ha raccolto in questi giorni la testimonianza di alcuni cristiani siriani che vivono nel nord est della Siria, teatro delle operazioni militari scatenate dalla Turchia. Sarebbero circa 40-50.000 i cristiani nella regione che potrebbero essere colpiti dall’offensiva militare turca.

«Ci sono stati molti bombardamenti al confine. Alcune case sono state completamente distrutte», ha dichiarato il pastore George della Alliance Church a Qamishli, una città molto vicina al confine turco nella Siria orientale, che è fuggito sabato 12 ottobre con i suoi familiari e membri di chiesa nella speranza di raggiungere Al Hasakah, a circa 80 km a sud di Qamishli. Un altro leader della chiesa ha riferito che ci sono stati «bombardamenti e gravi scontri armati» vicino alla città di Kobane.

Henrietta Blyth, amministratore delegato di Open Doors nel Regno Unito e in Irlanda, ha dichiarato: «Open Doors lavora con i partner della chiesa nella regione e li sta aiutando a prepararsi ad accogliere migliaia di cristiani in fuga dalle aree di confine sotto attacco. Seguiremo da vicino le esigenze della chiesa locale; per ora, continueremo i nostri progetti nella zona di distribuzione di cibo, di assistenza medica e do distribuzione di kit per affrontare l’inverno.

Speriamo e preghiamo che i leader politici e militari coinvolti in questo ultimo conflitto agiscano con compassione poiché, ancora una volta, decine di migliaia di persone in Siria stanno affrontando lo sfollamento dalle loro terre d’origine. I partner di Open Doors hanno lavorato duramente per riportare i cristiani nelle loro case dopo il loro spostamento dovuto ai conflitti precedenti, e questa nuova offensiva metterà in pericolo la loro vita e potrebbe costringerli a fuggire di nuovo».

I leader cristiani hanno espresso preoccupazione anche per il fatto che elementi all’interno delle forze turche e dei loro alleati dell’opposizione siriana stanno perseguendo programmi islamici ostili non solo ai curdi ma a tutte le comunità che non sono musulmane sunnite. Sostengono che i convertiti di origine musulmana saranno particolarmente vulnerabili.

Sebbene non vi siano ancora prove del fatto che i cristiani siano intenzionalmente presi di mira in questo nuovo conflitto, la minaccia dell’azione estremista potrebbe aggravarsi se la sicurezza delle carceri, che detengono sospetti militanti dello Stato Islamico, venisse compromessa durante gli intensi combattimenti.