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16 ottobre 1943. Il ricordo della tragedia passa su Twitter

«Continueremo ad aprire le nostre sinagoghe per le nostre preghiere, per ritrovarci uniti per condividere valori e identità ma non vogliamo più farlo per piangere altri morti», così scrive nella sua pagina twitter la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello in occasione di un’iniziativa di tre giorni fa tesa a ricordare nella Capitale una tra le date simbolo per la storia d’Italia che ricorda una delle peggiori tragedie dei nostri tempi. Era il 16 ottobre del 1943 quando i tedeschi entrano nel ghetto di Roma in via di Portico d’Ottavia e, due giorni dopo, deportano ad Auschwitz i 1023 ebrei. Alla fine della guerra torneranno nelle loro case solo sedici uomini e una donna. Il rastrellamento di Roma è certamente uno tra i più gravi casi di persecuzione antiebraica avvenuti in Italia ad opera delle truppe tedesche di occupazione. A ingannarli fu il tenente colonnello Kappler che promise agli ebrei la salvezza in cambio della consegna di 50 chili d’oro e non rispettando il patto. Forte arriva oggi il messaggio del presidente del Parlamento Europeo David Sassoli che afferma, «L’orrore per quel 16 ottobre 1943 indigna non solo Roma, ma il mondo intero. Il dolore della Comunità ebraica, è il dolore dell’intera umanità». Un monito e un invito a tenere alta la testa arriva dal presidente della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), Giuseppe Giulietti che sintetizza, «Rastrellati in molti, tornati in pochi e qualcuno, anche in Italia, ancora “scherza” con i nazifascisti». C’è anche chi ringrazia gli antenati e i parenti che con azioni e prontezza nel passato hanno permesso loro di poter nascere e oggi commemorare questa importante data per non dimenticare: «Io mio fratello e i miei figli siamo potuti nascere, buon giorno esistenza» e chi afferma «Non c’è futuro senza memoria», per dire mai più al razzismo e all’antisemitismo. Rai Scuola, ricorda la data proponendo un documentario che ricostruisce le tristi fasi del rastrellamento delle SS. 

Per non dimenticare, Einaudi «twitta» la copertina del libro di Giacomo Debenedetti16 ottobre 1943 con la prefazione di Natalia Ginzburg