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Uniti nell’amore pur non essendo d’accordo

I metodisti possono continuare ad essere uniti nell’amore pur non essendo d’accordo sulle questioni di genere, sulla sessualità e sul matrimonio omosessuale. È quanto ha sostenuto la pastora Barbara Glasson, presidente della Conferenza metodista britannica, in un articolo pubblicato giorni fa su The Times. La questione è «complessa», e oggi molti sono spaventati dalle cose “complesse”, ma «dire che qualcosa è complesso – non binario, ma sfaccettato – è gioire di una forza meravigliosa», ha scritto Glasson. «Siamo forti ogni volta che cerchiamo la verità piuttosto che la certezza, l’amore invece del giudizio, la relazione e la comunità invece dell’isolamento dogmatico. Questa verità si applica a tutti gli aspetti della vita e delle relazioni».

La Chiesa metodista ha recentemente messo in discussione la sua posizione storica sul matrimonio e la sessualità. La Conferenza metodista britannica, tenutasi lo scorso luglio a Birmingham dal 27 giugno al 4 luglio, ha discusso infatti il documento sul matrimonio «God in Love Unites Us», che formula una serie di proposte, tra cui consentire alle chiese di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso, ma anche di organizzare eventi per benedire le coppie conviventi non sposate. Il documento suggerisce anche che le chiese preparino liturgie per celebrare le unioni civili e per accompagnare coppie sposate che stanno divorziando.

Alla fine del dibattito il documento, approvato a grande maggioranza, è stato rimandato ai circuiti e ai distretti affinché sia ulteriormente studiato e dibattuto prima dell’approvazione definitiva nel corso della prossima Conferenza del 2020. 

Proseguendo nel suo ragionamento Barbara Glasson ha dichiarato che «ovviamente non pensiamo tutti allo stesso modo. Da tutte le parti, alcuni credono chiaramente di avere ragione, mentre gli altri hanno torto, e sostengono il loro punto di vista con riferimento alle Scritture, alla ragione, alla tradizione e all’esperienza. Ma il punto è che la Chiesa metodista sta dicendo “è una questione complessa”, e che se come denominazione vogliamo superare questa difficoltà, dobbiamo guardarci negli occhi e continuare a dire: “Dio ci unisce nell’amore”. Dobbiamo continuare a credere che, pur pensando in maniera diversa, possiamo stare insieme e crescere. È una sfida, e se ci riusciremo, è un’abilità che possiamo anche condividere».

La rete Methodist Evangelicals Together, che ha criticato duramente il documento sul matrimonio,ha chiesto agli evangelici presenti nella Chiesa metodista britannica di non dividersi ancora, ma di rimanere e di contribuire al dibattito in corso a livello locale.

«Fino alla primavera del 2020, le proposte saranno discusse a vari livelli all’interno della Chiesa metodista», dichiarava in una nota la rete Methodist Evangelicals Together a conclusione della Conferenza 2019. «Ben consapevoli che i metodisti evangelici stanno prendendo in considerazione l’idea di abbandonare la denominazione, incoraggiamo le persone a rimanere il più a lungo possibile impegnandosi in questo processo di consultazione e continuando a sostenere la tesi del matrimonio come unione permanente di un uomo e una donna e come l’unico contesto appropriato all’intimità sessuale. Tale comprensione del matrimonio e delle relazioni, crediamo, è la buona notizia per tutta la creazione».