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Mamajang ha trovato una famiglia

L’8 ottobre scorso è stato ufficializzato l’affidamento di Mamajang, un giovane gambiano da undici mesi ospite della Comunità Casa dei Mirti del Centro diaconale-La Noce di Palermo, a una giovane coppia residente in Veneto.

L’affidamento è stato possibile grazie ai servizi sociali dell’Unità operativa per Minori stranieri non accompagnati e giovani adulti del Comune di Palermo, e a «Terreferme», un progetto del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza e Unicef, in collaborazione con il Garante Infanzia e Adolescenza del Comune di Palermo, che favorisce percorsi di affidamento familiare dalle comunità di accoglienza siciliane – dove vive la maggior parte dei minori migranti non accompagnati presenti in Italia –, a famiglie residenti in Lombardia e in Veneto per ampliare le opportunità di inclusione. Abbiamo rivolto alcune domande a Lilli Rosa Nobile, coordinatrice della Casa dei Mirti, struttura di accoglienza di secondo livello per minori stranieri non accompagnati,autorizzata al funzionamento dalla Regione Siciliana.

– Quanto è durato l’iter? 

«Mamajang è giunto presso la comunità di Casa dei Mirti a novembre del 2018, e la proposta da parte dell’assistente sociale di trovare una famiglia alla quale essere affidato, è arrivata dopo circa due mesi. Da quel momento è cominciato il percorso che si è concluso agli inizi di ottobre». 

– Ci sono state difficoltà durante il percorso finalizzato all’affidamento?

«Devo dire che è avvenuto tutto molto naturalmente. Il primo contatto tra Mamajang e la giovane coppia è avvenuto durante una videochiamata via Skype, presso il centro del Garante per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Palermo. In quella occasione il ragazzo e i potenziali genitori si sono scambiati i numeri di cellulare impegnandosi a sentirsi tramite Whatsapp. Così è stato: hanno iniziato a contattarsi quotidianamente e piano piano la conoscenza è cresciuta».

– Qual è la storia di Mamajang?

«Mamajang è nato in Gambia il 21 settembre 2001, ma della sua storia sappiamo poco. Il ragazzo è stato accolto a Casa dei Mirti nel novembre del 2018 e da subito ha manifestato un gran bisogno di essere accudito. Le nostre attenzioni si sono concentrate sul suo progetto di vita, ma Mamajang non ha mai manifestato la necessità di raccontarci la sua storia; ci ha detto di avere tante sorelline e i genitori, ma non si è mai troppo aperto e noi, quando questo accade, restiamo in punta di piedi». 

– Che cosa rappresenta per Mamajang questo affidamento?

«Sicuramente una grandissima occasione, soprattutto per un ragazzo come lui che chiedeva cura e attenzione. Ora che l’affido è stato ufficializzato, il giovane potrà trasferirsi nella sua nuova casa e vivere in famiglia, in sintonia con i bisogni educativi e relazionali di un ragazzo della sua età.

Si è trattato del primo caso di affidamento all’interno del progetto Terreferme, ma è possibile che in un prossimo futuro si verifichino altri casi di affido. Per i ragazzi rappresenta una grande opportunità di conoscere persone che possano prendersi cura di loro: nel contesto di una famiglia affidataria, le relazioni possono approfondirsi e ciò ha un risvolto positivo anche nel percorso di integrazione».