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La famiglia, un amore universale

«Esisto per le maestre del nido, per il pediatra, per i genitori degli amichetti, ma per lo Stato no, sono un fantasma senza diritti né doveri verso un figlio che ho voluto e desiderato, esattamente come mia moglie che lo ha partorito».
Queste le parole di Giulia Garofalo Geymonat, 41 anni, ricercatrice di sociologia che nel 2014 ha sposato Denise Rineheart. Nel 2015 sono diventate madri di un bambino nato a Pontedera (PI), ma alla nascita del loro bambino, l’ufficiale dell’anagrafe ha rifiutato di iscrivere anche la seconda madre sul secondo certificato di nascita. Così le due donne e mamme hanno deciso di rivolgersi alla legge per cambiare una situazione che in Italia sta coinvolgendo non solo le coppie omosessuali ma anche tantissime famiglie allargate, cambiate o ricucite grazie all’amore. Nel mese di ottobre la Corte Costituzionale, per la prima volta in Italia, dovrà dare una risposta definitiva alla richiesta delle mamme di questo bambino e forse anche di un futuro migliore.

Eva ha 11 anni e due padri. Christian, che insegna letteratura latina cristiana, appassionato di cronologia e delle bellezze del mondo, e Giose, un cantante diventato quasi famoso nei lontanissimi Ottanta.
Eva ha 11 anni e due padri. Un’adolescente precoce, una lettrice invidiabile e un dolore sotterraneo che le taglia il petto in due e lo riempie di domande.
Quella che era la sua famiglia felice, nata in Armenia, piena di libri, di risposte fantasiose e di amore incondizionato, a un certo punto si trasforma e si spezza. Christian, il padre di Eva, quello razionale, prudente e distaccato, viene a mancare, e Giose, esuberante, istintivo e affettuoso fino al limite, non regge la fine di un amore improvvisa e non voluta. L’equilibrio di una famiglia mitologica e bellissima viene a mancare e la legge entra, insidiosa e nefasta, nei corridoi, tra i baci sulla testa e le abitudini di sempre.
Così Eva si ritrova a Milano, in seconda media, a casa di uno zio che conosce a malapena e con la certezza di essersi persa un pezzo gigante della sua vita e della sua felicità. Ed è proprio in mezzo all’ennesima riprova di questo sentimento – di disagio misto a paura mista a dolore – che scapperà per andare a riprendersela, la sua gioia che ha i colori chiari dell’amore.
Perché anche se è piccola, minuscola per un mondo fatto di leggi e di doveri, di tutori e di obblighi, il filo saldo che la collega con suo padre Giose è più forte di tutto, e supera tutte le rotaie che le serviranno per raggiungerlo dove è andato a rifugiarsi una volta aver perso tutto.
Con Sei come sei Melania Mazzucco (Roma, 1966) ha deciso di raccontare una storia normale, quella di una famiglia piena di amore e di cultura, di ricordi e di sogni proiettati verso un futuro. La storia di una famiglia che a un certo punto non solo si sfalda ma si spezza e rotola per le vie di una burocrazia arretrata, distaccata e dannosa.
Una storia coraggiosa, scritta con una delicatezza straordinaria e lo sguardo sempre volto ai tempi che verranno. Perché la storia di Eva è una storia comune e riguarda tanti, tutti. Un racconto fatto di carta che si è riversato con il mondo reale per colpa degli insulti che l’autrice stessa – all’uscita del testo – ha ricevuto.
Sei come sei ha un messaggio universale, quello dell’amore. E proprio per questo appartiene a chiunque, qualsiasi sia la famiglia che voglia costruire.

Sei come sei, Melania G. Mazzucco, Einaudi, 2015 , 235 p, 12 euro